The Secret Agent. Mostra di Stan Douglas a Londra

© Stan Douglas. The Secret Agent, 2015. © Stan Douglas / David Zwirner / Victoria Miro
© Stan Douglas. The Secret Agent, 2015. © Stan Douglas / David Zwirner / Victoria Miro
© Stan Douglas. The Secret Agent, 2015. © Stan Douglas / David Zwirner / Victoria Miro

Stan Douglas torna alla Victoria Miro Gallery di Londra, con due dei suoi ultimi lavori, entrambi accomunati da una meticolosa attenzione per il passato e dall’oscurità come metafora di un mondo fatto di contrasti e perversioni.

Al piano terra della galleria, si stagliano quattro grandi foto illustrazioni, tratte da ”Circa 1948”, applicazione smartphone realizzata da Douglas con l’ausilio di immagini tratte da istantanee, archivi di architettura e super 8, che ricrea le strade di Vancouver, così come apparivano nell’immediato dopoguerra. Le foto offrono al visitatore una panoramica dettagliata di edifici fatiscenti e piccole case, avvolti dall’oscurità. Dal buio, emergono i piani di un vecchio albergo, occupato dai veterani senza casa, o si snodano i labirinti di vicoli, poveri e corrotti, di Alley Hogan. Sono vedute notturne, fatte di tavole marce, muri scrostati, lamiere corrugate e imposte sgangherate, che rilucono di un biancore lunare surreale. Un volo quasi onirico, che, grazie all’uso di tecnologie emergenti, ricrea un immaginario tridimensionale di scatti impossibili, un fotorealismo di architetture che non esistono più.

Al primo piano dello spazio espositivo, The Secret Agent è una grande installazione video su sei schermi.

L’opera, ispirata all’omonimo racconto di Joseph Conrad, si fonda sul concetto di “interregnum”, inteso come periodo storico di discontinuità e come sconvolgimento sociale ed istituzionale. Il film sposta l’azione dalle brume della Londra ottocentesca ad una Lisbona anni ’70 inondata di sole, in un periodo politico noto come Processo Revolucionario Em Curso, che sfociò nel rovesciamento della dittatura nel 1974 e nelle elezioni democratiche del 1976. È in questo particolare interregno, che si svolge l’azione dei personaggi, fortemente caratterizzati nei tratti e negli accenti.

© Stan Douglas. The Secret Agent, 2015. © Stan Douglas / David Zwirner / Victoria Miro
© Stan Douglas. The Secret Agent, 2015. © Stan Douglas / David Zwirner / Victoria Miro

Il protagonista, Verloc, vive in un limbo tragico. Pessimo collaboratore dell’ambasciata (che qui è americana, invece che russa), traditore dei suoi amici, si aggira, assieme ad altri personaggi, in spazi oscuri e claustrofobici, caffè spogli, strade scalcinate, dove aleggiano cinismo e cospirazione. La ricostruzione delle atmosfere, all’indomani della Rivoluzione dei Garofani, sono minuziose, quasi ossessive. La narrazione possiede un filo conduttore drammatico, che, pur restando fedele alla trama originale, strizza l’occhio a certi film di spionaggio a basso costo.

Ma sono le modalità di visione di quest’opera che sottolineano il modus operandi di Douglas, che ama spezzare e dislocare l’azione, costringendo lo spettatore ad una continua negoziazione di spazi ed attenzione, mentre le scene si susseguono sugli schermi, mostrando diversi punti di vista o situazioni parallele. Un film disorientante e meticolosamente orchestrato, che impiglia lo spettatore nella sua particolare dialettica, coinvolgendolo mente e corpo.

© CultFrame 03/2016

INFORMAZIONI
Mostra: Stan Douglas – The Secret Agent
Dal 2 febbraio al 24 marzo 2016
Victoria Miro Gallery / 16 Wharf Road, Londra / Telefono: +44(0)2073368109
Orario: martedì – sabato 10.00 – 18.00 / Ingresso libero

SUL WEB
Victoria Miro Gallery, Londra

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