Carol ⋅ Un film di Todd Haynes

Erano passati solo due anni dalla pubblicazione di Stranger on a Train, dal quale Alfred Hitchcock trasse il suo film L’altro uomo, quando Patricia Highsmith, firmandosi con lo pseudonimo di Claire Morgan, diede alle stampe, nel 1952, il romanzo The Price of Salt che muoveva dallo “scandaloso” amore tra due donne, nella New York del dopoguerra. Todd Haynes, che già aveva narrato love story proibite (le relazioni gay di un marito borghese e il tradimento della moglie con un uomo di colore) ambientate nella stessa epoca, in Lontano dal paradiso del 2002, torna a raccontare un amour fou tra l’affascinante e facoltosa Carol Aird e la giovane commessa Therese Belivet.

A pochi giorni dal Natale, in un’atmosfera di fittizia felicità, le due donne si incontrano casualmente e le loro solitudini che, inizialmente, si sfiorano appena sembrano destinate a fondersi nello sbocciare di un amore che le travolgerà quasi loro malgrado. Carol sta per separarsi dal ricco marito che usa la loro figlia come arma di ricatto, mentre Therese, impiegata in un grande magazzino ma con la passione per la fotografia, non ha chiari i suoi desideri e trascina stancamente un rapporto, sottraendosi alle ripetute richieste di matrimonio del suo fidanzato. Appartenenti a mondi lontanissimi tra loro, entrambe condividono la stessa inquietudine, la stessa smania di vivere distanti dalle convenzioni, finalmente libere di esprimersi senza sottostare alle regole altrui. Se Carol, nella sua maturità, è consapevole dei propri desideri, Therese abituata, come lei stessa ammette, “a dire sempre di sì” si ritrova spesso in balìa della propria incoscienza e, solo attraverso l’esperienza con la nuova compagna, riuscirà davvero a conoscersi.

Todd Haynes mette in scena un melodramma di raffinata eleganza e filtra, attraverso i cromatismi di una fotografia di rara perfezione, le sensazioni stordenti dell’amore con il suo carico di palpiti e di sensi di colpa. Girato in super 16 mm per ricreare la grana di un 35 mm dell’epoca, Carol attinge a piene mani da certi classici del cinema di Hollywood, restituendo le atmosfere suggestive delle pellicole di Douglas Sirk e incastonando le due protagoniste in un dramma di rarefatta sensualità dove la seduzione si esprime attraverso piccoli, preziosi, dettagli come il gesto di una mano o una ciocca di capelli scomposta.

La cura dell’immagine riflette, negli ambienti dove i personaggi si muovono, tutta la raggelante compostezza di un’epoca in cui le convenzioni sociali non potevano- ma, soprattutto, non dovevano – essere scalfite da nulla che potesse alternarne l’ordine, specialmente inteso come contegno morale.

Il fascino di Mrs. Aird riporta alla memoria lo charme di dive come Lana Turner, bionde sofisticate in cui l’algida bellezza, mescolata ad un sotteso erotismo, ne fanno seduttrici fatali e alle quali l’ingenua giovinezza, anche se non priva di un certo provocante incanto, di ragazze come Therese, non può che soccombere. Haynes, dopo Io non sono qui (2007), torna a lavorare con Cate Blanchett e la “plasma”, come fece nel sopracitato Lontano dal Paradiso già con Julianne Moore, sul proprio immaginario cinematografico, incorniciandola, come un dipinto di valore, in una personale pinacoteca di personaggi che rimandano a quell’inebriante “golden age” hollywoodiana di cui il regista di Los Angeles non si fa pedissequo imitatore ma, al contrario, deriva da quel magnetismo visuale uno stile registico ben preciso in cui le immagini emergono in tutta la loro forza espressiva raccontando sentimenti, segreti e privati, che si fanno drammi universali e atemporali.

Seguendo le due donne nella loro breve fuga dalla realtà, da New York a Chicago, sulle note di Billie Holiday e Gerry Mulligan graffiate dalla puntina sul vinile, Haynes ne descrive l’innamoramento, tracciando un percorso seduttivo fatto di particolari quotidiani, di foto rubate e di una passione che, a piccoli passi e dilatata nel tempo, si avvia verso il bramato epilogo carnale.

Un dramma del desiderio dal gusto retrò dove non è solo l’amore a tesserne l’intreccio ma è il “proibito” – inteso come sensazione negata – a comporne quella filigrana attraverso la quale filtra il colore grigio della rinuncia o dell’ipocrisia che, tuttavia, non può sottrarle il riflesso, seppur fugace, di una chance di felicità.

© CultFrame 10/2015 – 01/2016

Film presentato alla 10ª Festa del Cinema di Roma

TRAMA
New York, anni Cinquanta. Theresa lavora in un grande magazzino di Manhattan, Carol è un’affascinante borghese intrappolata in un matrimonio infelice. Si incontrano casualmente e scatta, da subito, una formidabile intesa. Sfidando le convenzioni sociali dell’epoca le due donne vivranno la loro storia d’amore che, inevitabilmente, ne cambierà i destini.


CREDITI

Titolo: Carol / Titolo originale: Id. / Regia: Todd Haynes / Sceneggiatura: Phyllis Nagy tratto dal romanzo di Patricia Highsmith The Price of Sal / Fotografia: Edward Lachman / Montaggio: Juliette Welfling / Scenografia: Judy Becker / Musica: Carte Burwell / Interpreti: Cate Blanchett, Rooney Mara, Sarah Paulson, Jake Lacy / Produzione: Number 9 Films, Film4 / Paese: UK, Usa 2015 / Distribuzione: Lucky Red / Durata: 118 minuti

SUL WEB
Filmografia di Todd Haynes
Festa del Cinema di Roma – Il sito
Lucky Red

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