Irrational Man ⋅ Un film di Woody Allen

La vita umana e il suo disinganno, la fortuna e le bizzarrie del fato… Woody Allen, dopo la vacua frivolezza di Magic in the Moonlight, torna a quegli amari temi che aveva già affrontato in Crimini e misfatti (1989), Match Point (2005) e Sogni e delitti (2008) mutuando il proprio “esistenzialismo” dal pensiero ponderoso di filosofi come Kant e Kierkegaard, Hegel ed Heidegger le cui teorie vengono espresse, con scarsa convinzione e cinica noncuranza, dal professor Abe Lucas,

l’irrational man del titolo appunto, insegnante depresso e demotivato, che ha smarrito il senso più profondo del proprio lavoro e della vita stessa. Sartrianamente alla “superfice della solitudine” Lucas, il cui arrivo al Braylin College è preceduto da numerose dicerie sulle sue reiterate avventure con le studentesse, sembra “oscillare come un doloroso pendolo tra la noia e…” – in luogo del dolore indicato dal celebre aforisma di Schopenhauer – la bottiglia.

Allen demanda così al personaggio di Abe il compito di discettare sui grandi interrogativi della nostra umanità disfatta, sul significato di ciò che realmente ha un senso, nonché sulla effettiva importanza del “senso” stesso e lo fa mostrando la disillusione più cupa del professore che nelle teorie dei grandi filosofi non trova più alcun valore fondante ma, al contrario, proprio dal ragionar intorno ad esse, trae uno smarrito sconforto.

Va da sé – come elemento tipicamente alleniano – che tale scoramento susciti, nella platea femminile (dalle colleghe alle allieve), una irresistibile fascinazione che coinvolgerà Abe in un affair con una professoressa, frustrata da un matrimonio infelice, e con una giovane studentessa che per lui manderà a monte un serissimo fidanzamento.

Preso in un ingranaggio esistenziale che per lui non è che fonte di afflizione, Lucas rifiuta ogni approccio teorico – nel quale non ravvede più alcuna importanza – con l’assurdità della vita e finisce per convincersi che soltanto l’azione potrà riscattare l’uomo dall’inutilità della parola. Sarà proprio il “caso” a condurlo a quella svolta che gli farà ritrovare l’energia del suo essere e nell’eliminare – fisicamente e non metaforicamente – una causa del “male”, potrà riappropriarsi di quel concetto, finalmente nuovo e rinvigorito, del suo stare al mondo.

La filosofia, così come la psicanalisi, ha sempre affascinato il regista newyorkese ma in questo film è evidente come la materia di Freud gli sia certamente più congeniale della critica kantiana. Nelle lezioni e nei discorsi di Abe, che non son altro che un lungo prologo alla vera e propria azione scenica, si filosofeggia banalmente, ci si balocca con il senso di vuoto e con il paradosso, sfiorando a malapena lo “scacco esistenziale” ridotto al minimo consentito da un manuale del liceo.

Allen non aveva certo in animo di intrattenerci, per così dire, su una qualsivoglia fenomenologia, nondimeno poteva fare di (molto) meglio rispetto allo sciorinare il pensiero di grandi autori in pillole di ovvietà per introdurre il turning point narrativo che genererà, come l’inevitabilità del destino vuole, delle tragiche conseguenze.

Abe è come Rodja di “Delitto e castigo”, ugualmente disperato ma più entusiasticamente esaltato, in preda non tanto al senso di colpa quanto al rifiuto della colpa stessa il cui peso, secondo lui, si vanifica nel momento in cui un atto, per quanto delittuoso, viene compiuto a fin di bene. Su questa lacerante contraddizione Irrational Man avrebbe dunque dovuto trarre il suo significato più profondo, il senso di una riflessione esistenziale sull’umano agire e sul meccanismo di causa/effetto, sovente insondabile; peccato, però, che si risolva in un oggetto ibrido la cui narrazione, nell’alternarsi delle voci fuori campo dei due protagonisti (Abe e la giovane Jill) finisce per rivelarsi ondivaga e priva di una precisa traiettoria dove i temi cari ad Allen vengono (ri)proposti in un racconto incolore senza il guizzo mordace del regista. E se, ad un certo punto, Match Point sembra incontrare Misterioso omicidio a Manhattan non vi è tuttavia traccia del crudele ghigno della fortuna del primo, né dell’irresistibile black humor del secondo.

Un film fiacco, anche dal punto di vista visuale, che pare adagiarsi sugli antichi fasti della cinematografia di Woody Allen la cui vena caustica e genialmente corrosiva non è, purtroppo, inesauribile. Questo “irrational man” avrebbe potuto esprimere nel suo caos interiore il bruciante “perché” della nostra esistenza fornendo, se non proprio una risposta, almeno un tentativo di indagine più profondo di tale istanza che da un cineasta di questo calibro è legittimo aspettarsi. La (dis)umanità di Lucas, invece, non emerge con quella mordace veemenza che gli apparterebbe e sul finale scivola – letteralmente – sul proprio destino con una mesta goffaggine che non gli rende giustizia. “Il segreto dell’esistenza umana – come ha scritto proprio Dostoevskij – non sta soltanto nel vivere ma nel sapere per cosa si vive” e ciò, inteso come qualità portatrice di senso, vale anche per il cinema.

© CultFrame 12/2015

TRAMA
Abe Lucas è un tormentato professore di filosofia in piena crisi esistenziale che ha smarrito la gioia di vivere e l’entusiasmo dell’insegnamento. Arrivato in un college di una piccola città si trova subito coinvolto con due donne: una collega sposata che sogna di fuggire con lui da un matrimonio finito e una giovane allieva. Abe tenta, sulle prime, di resistere alla ragazza instaurando con lei un semplice rapporto di amicizia ma una conversazione tra sconosciuti ascoltata per caso cambierà completamente il suo approccio alla vita e la relazione con la studentessa. Una scelta a dir poco drastica darà a Lucas un nuovo impulso che egli interpreta come una vera rinascita ma la sua azione innescherà una reazione a catena che si rivelerà fatale.


CREDITI
Titolo: Irrational Man / Titolo originale: id. / Regia: Woody Allen / Sceneggiatura: Woody Allen / Fotografia: Darius Khondji / Montaggio: Alisa Lepslter / Scenografia: Suzy Benzinger / Interpreti: Joaquin Phoenix, Emma Stone, Parker Posey, Jamie Blackley / Produttori: Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Edward Walson / Distribuzione: Warner Bros. Entertainment Italia / Usa, 2015 / Durata: 95 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film Irrational Man di Woody Allen
Filmografia di Woody Allen
Warner Bros. Italia

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