Getting Lost is Wonderful, visioni lynchiane nelle immagini di Massimiliano Pugliese

© Massimiliano Pugliese
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Sailor e Lula viaggiano nella notte. La loro auto decappottabile fende il buio attraversando un’oscurità che è anche interiore. All’improvviso, la realtà sembra palesarsi in questo tragitto verso il nulla. Si imbattono in un terribile incidente che si è appena verificato. Una macchina distrutta, cadaveri. Una giovane donna sanguinante si aggira, delirando, nelle tenebre illuminate freddamente dalle luci dei fari. Sailor e Lula cercano di aiutarla ma non possono fare altre che accogliere la fine di una vita tra le loro braccia.
La sequenza appena descritta rappresenta uno dei passaggi centrali Wild at Heart (Cuore selvaggio – 1990) capolavoro di David Lynch. L’irruzione del non senso nel flusso dell’esistenza, la presenza costante della morte, l’idea dell’indecifrabilità della vita, la perdita delle coordinate spazio-temporali, l’impossibilità di sapere dove stiamo andando veramente. Tematiche lynchiane per eccellenza, questioni che con tutta evidenza albergano potentemente nello sguardo e nella mente del fotografo Massimiliano Pugliese.

© Massimiliano Pugliese
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È sufficiente analizzare il suo lavoro intitolato Getting Lost is Wonderful (presentato nell’ambito delle pubblicazioni di Fugazine) per comprendere quanto l’immaginario creativo di Pugliese sia influenzato, in maniera determinante, dall’estetica di David Lynch. E infatti uno dei capitoli della pubblicazione in questione è collegato a un altro lavoro del regista americano: Lost Highway (Strade perdute – 1997).
Ma è l’intero universo cinematografico (a livello linguistico e visuale) a rappresentare per Massimiliano Pugliese territorio di approfondimento, riflessione ed elaborazione creativa. Getting Lost is Wonderful fa, infatti, riferimento diretto ad altri tre film: Let the Right One In di Tomas Alfredson (Lasciami entrare – 2008), Drive di Nicolas Winding Refn (2011) e The Warriors di Walter Hill (I guerrieri della notte – 1979).

Pugliese, però, non opera in maniera prevedibile nel campo del citazionismo. Le attinenze filmiche da cui nasce questo suo progetto sono solo dei punti di partenza, sono delle porte aperte verso un territorio creativo personale che è ravvisabile in ogni scatto. L’ambientazione notturna che caratterizza i suoi lavori trasporta il fruitore in una dimensione enigmatica. Figure umane impiantate nel terreno che fissano una luce, fanciulle che si manifestano come apparizioni fantasmatiche, una donna vestita di rosso il cui sguardo esprime straniamento. Ed ancora: fari nella notte, una casupola collocata su una distesa ghiacciata, un’inquietante ombra che si staglia su un albero.

Si tratta di visioni, di autentiche apparizioni. Sono immagini che in alcuni casi fanno ritornare alla mente le perturbanti atmosfere che Fabrice Gobert ha ideato per la sua (straordinaria) serie televisiva Les Revenants (2012 – 2015).

      Massimiliano Pugliere        massimiliano_pugliese-2        Massimiliano Pugliere

Una sensazione di scioccante algidità pervade ogni millimetro delle inquadrature. Tutto appare imprigionato dentro una successione di immagini senza soluzione di continuità che però non ha le caratteristiche di una ricerca dell’incongruenza fine a sé stessa. Ogni elemento riconduce verso l’insensatezza del possibile, l’assurdità del normale, l’incomprensibilità del visibile. I cieli sono ora lividi, ora stellati. Ma non c’è nulla di banalmente naturalistico in queste composizione visuali. Si percepisce, invece, la presenza dell’illogicità della condotta umana, del distacco tra rappresentazione del reale e raffigurazione allegorica di un’incomprensibilità che contraddistingue non solo gli atteggiamenti ma, proprio, l’essenza del genere umano.

In tal senso, è possibile definire Getting Lost is Wonderful un lavoro visionario ma non precisamente onirico. I fattori collocati dentro ogni inquadratura, infatti, vanno a comporre situazioni raggelanti che fanno emergere non solo l’assurdità dei comportamenti degli esseri umani ma anche la relazione inattuabile tra corpo e spazio, tra psicologia individuale/collettiva e luogo, tra sguardo e interpretazione del reale. E sono proprio questi ultimi aspetti a rendere il lavoro di Pugliese sostanzialmente tragico e poeticamente ossessivo, ma mai melodrammatico e convenzionale. Non c’è nulla oltre il freddo che circonda la nostra carne se non l’inerte indifferenza del mondo nei riguardi delle nostre paure e della nostra pena esistenziale.

© CultFrame – Punto di Svista 11/2015
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)

SUL WEB
YOUTUBE. Una sequenza tratta da Wild at Heart (Cuore selvaggio) di David Lynch
YOUTUBE. Il trailer del film Let the Right One In (Lasciami entrare) di Tomas Alfredson
YOUTUBE. Sequenze tratte dalla serie TV Les Revenants
Il sito di Massimiliano Pugliese

Fugazine

 

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