Leviathan ⋅ Un film di Andrey Zvyagintsev

È il mostro biblico ma anche una metafora del potere assoluto dello Stato nel celebre trattato del filosofo Thomas Hobbes e, ancora, il nome che indica un genere di cetacei estinti. Il Leviatano, figura che evoca impetuosa ferocia, è il simbolo di una forza che travolge e trascina come quella che segnerà il destino di Kolia, protagonista del poderoso film di Andrey Zvyagintsev.

Vincitore, nel 2003, del Leone D’Oro al Festival del Cinema di Venezia con Il ritorno, il regista russo racconta la drammatica parabola di un uomo che tenta di uscire dalle spire di un sistema corrotto e malsano che vuole portagli via la casa, il lavoro e, in una parola, la sua vita. In un piccolo villaggio sulla costa del Mare di Barents lo strapotere dello spregevole sindaco Shelevyat, che vuole arricchirsi anche grazie a spregiudicati affari immobiliari, ramifica indisturbato sul territorio, eliminando senza scrupolo alcuno ogni ostacolo che possa interferire nei suoi loschi affari, che sia esso un edificio o una persona. Kolia ha la sfortuna di incrociare la sua strada con quella (criminale) del primo cittadino del paese e ciò farà di lui una vittima sacrificale di un meccanismo che, impostato su una determinata “funzione”, non esiterà a stritolarlo. Pur consapevole del potere e dei mezzi del suo nemico il protagonista non si farà prendere facilmente in tale ingranaggio e combatterà con strenua determinazione contro quell’esproprio ingiusto e arbitrario.

Ed è su questa lotta, tanto impari quanto indomita, che Zvyagintsev costruisce l’impianto del suo film che ha il sapore biblico di una battaglia contro il sopruso e, nel contempo, disegna, con contorni di iniquità e violenza, il ritratto spietato della Russia contemporanea. E’ alla sua terra, infatti, che il regista di Novosibirsk dedica quest’opera poiché, come egli stesso ha dichiarato, è con essa che ha una “parentela” e un “legame genetico”; tuttavia Leviathan (premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes e vincitore del Golden Globe come miglior film straniero) è anche una gigantesca allegoria dell’eterno e atavico scontro tra il singolo e l’autorità che si consuma nella battaglia degli individui contro la scelleratezza di chi detiene il potere e nel conflitto primitivo tra il giusto e il malvagio.

Come la terribile creatura dell’Antico Testamento la forza dei potenti avvinghia e sottomette e quel Leviatano allegorico diventa, come Hobbes teorizzò, la rappresentazione di uno Stato con il quale l’uomo, in nome di una “pacifica” stabilità sociale, baratta la propria libertà. Kolia, nella sua ribellione, non ha nulla di eroico ma raccoglie una sfida come individuo che difende il proprio bene, inteso anche come “possesso” di dignità e di identità. Così facendo entra in una spirale che, via via, gli si stringe intorno come una morsa infernale, nel cui gorgo precipitano uomini ed eventi.

Zvyagintsev orchestra, registicamente, una tragica sinfonia in crescendo, incastonando i suoi personaggi in uno scenario naturale di desolante bellezza, cristallizzando la drammaticità del racconto in immagini di straordinaria potenza visiva. Una narrazione lucida in cui la parola si esprime con il vigore di una sferzata e dove non manca il gusto caustico dell’ironia come nell’irresistibile scena del tiro al bersaglio. Un grande affresco della libertà negata in cui l’enorme carcassa della balena arenata sulla sabbia folgora nella sua potenza emblematica e racchiude in sé il senso della Storia e dell’Uomo: profondo ed inesorabile. Come questo film.

© CultFrame 05/2015

TRAMA
Nord della Russia. In un piccolo villaggio sul mare di Barents Kolia vive con la sua giovane compagna e il figlio avuto da un precedente matrimonio. Il corrotto sindaco del villaggio, Vadim Shelevyat, vuole esproprialo dei suoi beni per portare a termine i suoi loschi affari. Kolia non si rassegna e combatte con ogni mezzo fino a quando Shelevyat non ricorre a mezzi estremi.


CREDITI

Titolo: Leviathan / Titolo orig: Id. / Regia: Andrey Zvyagintsev / Sceneggiatura: Andrey Zvyagintsev, Oleg Negin / Fotografia: Mikhail Kritchman / Montaggio: Anna Mass / Scenografia: Andrey Ponkratov / Musica: Philip Glass / Interpreti: Alexey Serebryakov, Elena Lyadova, Vladimir Vdovitchenkov, Roman Madyanov, Anna Ukolova, Alexey Rozin, Sergey Pokhodaev / Produzione: Non-Stop Production / Distribuzione: Academy Two / Italia, 2015 / Durata: 140 minuti

SUL WEB
Filmografia di Andrey Zvyagintsev
Academy Two

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