The Gatekeepers – I guardiani di Israele. Un film di Dror Moreh

I guardiani di IsraeleThe Gatekeepers – I guardiani di Israele è un documentario dalla struttura molto chiara: interviste, materiale di repertorio, ricostruzioni digitali. Tutto montato all’interno di un percorso cronologico che consente allo spettatore di comprendere a pieno gli eventi narrati e le analisi dei soggetti interpellati. In verità, si tratta di un film di estrema complessità contenutistica e di assoluta delicatezza (anche dal punto di vista politico).

Dror Moreh, l’autore di questa prova filmica, ha infatti voluto con grande precisione e senso di responsabilità indagare nel cuore della sicurezza dello Stato di Israele. The Gatekeepers è, infatti, un lungo, dettagliato, studio audiovisivo riguardante lo Shin Bet, il servizio segreto che si occupa in primo luogo di prevenire il terrorismo di matrice palestinese (ma non solo).

L’aspetto stupefacente di questa operazione produttiva consiste in un fatto straordinario quanto significativo: Dror Moreh è riuscito a convincere alcuni ex capi dello Shin Bet a parlare in modo libero riguardo loro esperienza alla guida di quella che viene spesso definita “organizzazione”.

Il racconto procede dalla Guerra dei Sei Giorni del 1967 fino ai giorni nostri e illustra attraverso le parole dei protagonisti episodi oscuri, successi militari, strategie di lotta al terrorismo, errori, falle nella sicurezza interna, forzature, certezze ma anche molte, serie, incertezze. I volti degli ex capi del servizio segreto interno israeliano si susseguono in una sorta di “excalation narrativa” che innalza lentamente la tensione e che però, con assoluta costanza, presenta agli occhi dello spettatore una situazione molto più complessa di quanto si possa immaginare.
L’evento più controverso che viene raccontato è ovviamente l’assassinio del Primo Ministro Rabin, episodio tra i più tragici della vita dello Stato di Israele che ha sancito una sorta di drammatico spartiacque nella storia del Paese e ha rappresentato, ovviamente, uno squarcio tremendo nel sistema di sicurezza di Israele (tanto da determinare le dimissioni dell’allora capo dello Shin Bet).

Ma a parte l’esposizione di fatti, di strategie, di scelte militari e politiche, ciò che colpisce nella serie progressiva di interviste che costituisce il film è la dimensione feroce del dubbio, il senso di incertezza e di inadeguatezza, persino il dolore e lo smarrimento interiore, tutti fattori che contraddistinguono le affermazioni degli ex dirigenti dello Shin Bet che, nel caso specifico, raffigurano in modo preciso la complessità e le contraddizioni della società israeliana.

Alla fine del percorso di ricostruzione storica e di analisi dei fatti, rimane una sensazione di profonda amarezza, di sconcerto e di perplessità. Gli stessi protagonisti si domandano: fino a che punto ci si può spingere nell’atto di difendere il proprio Paese? Sono state giuste le strategie messe in atto in quasi cinquant’anni contro il terrorismo? Tutto quello che abbiamo fatto ci porterà verso la pace, tanto agognata?
Queste domande, così serie e pertinenti, alla fine si trasformano quasi automaticamente in risposte e forniscono la percezione precisa di quanto la società israeliana non sia così granitica e uniforme come spesso viene fatto trasparire erroneamente sugli organi di informazione internazionali.

Ebbene, se pensiamo che tra gli enti co-produttori del film ci sono IBA – Israeli Television Channel 1, Rabinovich Foundation e Israel Film Council possiamo riflettere su una questione fondamentale: proprio un film come The Gatekeepers, pur molto problematico e in parte contestato, rappresenta la cartina di tornasole dello stato di un Paese che, pur vivendo in una continua lotta per la propria sopravvivenza, riesce ancora a operare in una dimensione democratica evidente e inequivocabile anche grazie al lavoro meritorio delle realtà intellettuali, culturali, artistiche, editoriali e giornalistiche e di istituzioni, pubbliche e private, che continuano a supportare, senza ombra di dubbio, la libertà di espressione e danno visibilità alle voci critiche del Paese.

© CultFrame 04/2015


TRAMA

Ami Ayalon, Avi Dichter, Yuval Diskin, Carmi Gilon, Yaakov Peri e Avraham Shalom, ex dirigenti dello Shin Bet (servizio di sicurezza e di intelligence interno di Israele), parlano della loro esperienza all’interno dell’organizzazione e riflettono con sincerità sulle strategie messe in campo e sui risultati, spesso non ottenuti.


CREDITI

Titolo: The Gatekeepers – I guardiani di Israele / Regia: Dror Moreh / Fotografia: Avner Shahaf / Montaggio: Oron Adar / Musiche: Ab Ovo, Jérôme Chassagnard, Régis Baillet / Produzione: Estelle Fialon, Philippa Kowarsky, Dror Moreh / Distribuzione: Laeffe / Personaggi intervistati: Ami Ayalon, Avi Dichter, Yuval Diskin, Carmi Gilon, Yaakov Peri, Avraham Shalom / Origine: Israele, Francia, Belgio, Germania/ Anno: 2013 / durata: 95 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film The Gatekeepers – I guardiani di Israele di Dror Moreh
Filmografia di Dror Moreh
Laeffe

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