Le fotografie dirette e incisive di Costa-Gavras. Una mostra a Lille

© Costa-Gavras. Immigré grec, 5e avenue, New York, 1991. Courtesy La Maison de la Photographie de Lille
© Costa-Gavras. Immigré grec, 5e avenue, New York, 1991. Courtesy La Maison de la Photographie de Lille
© Costa-Gavras. Immigré grec, 5e avenue, New York, 1991. Courtesy La Maison de la Photographie de Lille

Lavoro sulla commistione dei linguaggi audiovisivi da molto tempo, così come sostengo da anni una questione: gli artisti visuali più lucidi si sono sempre accorti che non è possibile stabilire frontiere invalicabili tra le arti visive tecnologiche (fotografia, cinema e video). Ora, sempre più spesso assisto al proliferare di eventi che confermano questa mia posizione.

Così, se nel precedente post, Le visioni fotografiche di David Lynch, avevo parlato della mostra fotografica londinese di David Lynch, in questa occasione voglio puntare l’attenzione su un’altra esposizione basata sulla presentazione di ben settanta opere fotografiche di un altro significativo cineasta (questa volta europeo): Costa-Gravras. Mi riferisco alla mostra intitolata Carnets Photographiques, che sarà possibile (per i fortunati che potranno recarsi in Francia) vedere fino al 3 aprile 2014 presso la Maison de la Photographie di Lille.

Costa-Gravras è il regista di lungometraggi di grande impegno intellettuale e politico come (solo per citare alcuni titoli) Z – L’orgia del potere (1969), La confessione (1970), L’Amerikano (1973), Anna K. (1983), Music Box – Prova d’accusa (1989) e Amen (2002). Il regista greco-francese (ha lasciato il paese ellenico a 19 anni per Parigi) è stato sempre portatore di uno sguardo incisivo, tagliente, limpido e, in certe occasioni, anche caustico. Le sue immagini sono state sempre potenti e dirette, allo stesso tempo.

La mostra fotografica di Lille ci fa conoscere un Costa-Gavras fotografo che denota un’impostazione visiva molto simile a quella del Costa-Gavras cineasta. Si tratta di scatti personali realizzati nel corso di molti anni nei suoi viaggi e in occasioni di manifestazioni politiche e incontri personali che hanno segnato la sua esistenza. Sono sempre inquadrature molto chiare, documentazioni di fatti, incontri e situazioni che il regista ha vissuto direttamente, con attenzione verso la politica e la critica storico-sociale. Nessuna ossessione estetizzante, nessun compiacimento di tipo formale. Lo sguardo di Costa-Gavras si manifesta come una sorta di filtro attivo in grado di restituire al fruitore l’impressione stessa delle sue sensazioni.

Tra le tante opere esposte, voglio però metterne in evidenza una: quella scattata nel 1990 sulla Piazza Rossa di Mosca al grande cineasta, nonché fotografo, Chris Marker. L’autore francese è ripreso di spalle mentre sta inquadrando un luogo emblematico della capitale russa. La sua figura è ritratta in controluce e ciò non fa che confermare la scelta dello stesso Marker di mostrarsi pochissimo e di vivere in una sorta di anonimato (che ad alcuni in determinati periodi ha fatto sorgere dubbi sulla stessa reale esistenza). Costa Gavras l’ha colto al lavoro e l’ha raccontato nella sua dimensione creativa in modo, a mio avviso, toccante. E proprio questa immagine (così come devono sempre lavorare le immagini fotografiche, a mio avviso) ha stimolato la mia fantasia. Cosa si saranno mai detti, quali considerazioni avranno fatto in privato, due personaggi come Costra-Gravras e Marker durante questo viaggio in Russia, subito dopo la caduta del Muro di Berlino?

© CultFrame – Punto di Svista 03/2014

Pubblicato su Huffington Post il 17 marzo 2014


INFORMAZIONI

La mostra è visibile fino al 3 aprile 2014
presso La Maison de la Photographie
28 rue Pierre-Legrand, Lille
Orario: lunedì – venerdì 10.00 – 18.00 e sabato 14.00 – 18.00

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