Tango libre ⋅ Un film di Frédéric Fonteyne

In Tango libre l’universo vibrante del tango è anelito di libertà, di affrancamento dalle barriere che si ergono dentro e fuori dai corpi, è ricerca di contatto, di comunicazione profonda con se stessi e con gli altri. Dopo La donna di Gilles e Una relazione privata, Frédéric Fonteyne porta sullo schermo un’altra storia d’amore complessa utilizzando la danza e il carcere come universi attraverso i quali mostrare la spasmodica lotta che agita nel profondo l’essere desiderante.

Dopo una rapina finita tragicamente, Domi e Fernand si ritrovano a scontare una lunga pena nel carcere in cui Jean-Christophe fa il secondino. Quest’ultimo nel tempo libero frequenta una scuola di tango per dilettanti dove è appena arrivata una nuova allieva, Alice, a cui Jean-Christophe fa da cavaliere. Alto, goffo e ricurvo, il secondino vive a disagio nel suo corpo che spesso deborda dall’inquadratura, soprattutto nelle scene in cui si aggira come un recluso per la sua casa quasi vuota eccetto per la vasca di un vecchio pesce rosso che campeggia in salotto.

Tuttavia, nella sua vita solitaria e noiosa qualcosa cambia il giorno in cui in parlatorio riconosce la sua partner di ballo, a colloquio prima con Fernand e poi con Domi. Entrambi hanno infatti una relazione con Alice, la quale ha da uno di loro anche un figlio: settimana dopo settimana, Jean-Christophe assiste con curiosità al comporsi e al ricomporsi dell’insolita famiglia. La regia filma in passaggi della donna e del figlio da un tavolo all’altro della sala-colloqui come un minuetto, soffermandosi sulla sensualità disinvolta del corpo di lei che, abituato alla danza, anche nel quotidiano sembra muoversi al ritmo di una musica silenziosa.

Tango libre è una tragicommedia profondamente corporea che si muove nella dialettica tra tecnica e passione, prigione e libertà. Celle di reclusione, un acquario, il tedio di una scuola di tango di provincia in cui coppie anzianotte ripetono passi pedissequamente, la vita vista da dietro un vetro: quello della finestra di casa da cui scrutare furtivamente la vita, quello del parlatorio in penitenziario, dell’accettazione ospedaliera dove Alice fa l’infermiera. E poi la danza che dirompe e dilaga proprio nel luogo della libertà negata quando Fernand decide di imparare finalmente a ballare il tango per ravvivare il legame con Alice e sfidare Jean-Christophe.

Sotto la guida di un truce detenuto argentino, tutto il penitenziario apprenderà ad amare la potenza del tango. Straordinarie le scene di ballo tra i detenuti tra cui la danza si trasforma in lotta virile dalla perturbante carica omoerotica.

© CultFrame 08/2012 – 02/2014

Film presentato alla 69. Biennale Cinema di Venezia

TRAMA
Una rapina dall’esito tragico procura a Domi e a Fernand una lunga condanna da scontare mentre la loro donna Alice cerca di sopravvivere divisa tra il suo compito di madre, il suo lavoro di infermiera e la passione per il tango. A scuola di ballo conosce un giorno Jean-Christophe ma presto scopre che l’uomo fa il vigilante nello stesso carcere in cui i suoi amanti sono detenuti e questo determinerà nelle vite dei quattro cambiamenti inattesi.


CREDITI

Titolo originale: Tango libre / Regia: Frédéric Fonteyne / Sceneggiatura: Anne Paulicevich, Philippe Blasband / Fotografia: Virginie Saint Martin / Montaggio: Ewin Ryckaert / Scenografia: Véronique Sacrez / Interpreti: François Damiens, Sergi Lopez, Jan Hammenecker, Anne Paulicevich, Zacharie Chasseriaud / Produzione: Liason Cinématographique, Artémis Productions, Samsa Film, Nord-Ouest Films / Distribuzione: Bolero Film / Paese: Francia, Belgio, Lussemburgo, 2’12 / Durata: 105′

SUL WEB
Filmografia di Frédéric Fonteyne
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito
Bolero Film

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