I segreti di Osage County. Un film di John Wells

Tornare, per qualcuno, vuol dire rivivere il proprio passato, affrontare i ricordi, annusare di nuovo quell’aria che ti ha costretto a fuggire. Il rientro nella casa di famiglia è, per le due sorelle Weston, proprio questo: una prova e una sfida. La minore, l’unica rimasta nella Contea di Osage, è ad attenderle insieme alla madre per dire addio al capofamiglia tra le pianure dell’Oklahoma, il cui sconfinato orizzonte, è sempre stato, per le tre donne, fin troppo stretto, soffocante come quel laccio materno che voleva imbrigliare sogni, aspirazioni, desideri…

Tratto dalla commedia premio Pulitzer, August: Osage County (Agosto, foto di famiglia) di Tracy Letts, il film di John Wells (sceneggiatore, produttore e già regista di The Company Man del 2011) racconta un complesso teorema di sentimenti e di emozioni che, nel corso degli anni, ha incastrato drammi e segreti come tessere di un tragico mosaico. La dolorosa fine del Signor Weston qui non è solo l’epilogo di un’esistenza ma ha il sapore, amaro e financo velenoso, della resa dei conti. I personaggi di Letts, infatti, amplificano sullo schermo la dimensione universale del dolore, sfondano la scena stessa ed esondano di emozioni tanto autenticamente umane quanto assolute e crudeli. L’entrata in scena della madre Violet – una Meryl Streep che pare, in ogni ruolo, superare se stessa – ha già in sé tutta la portata del tragico, come il prologo dolente degli eventi che accadranno. Un monologo che racchiude delirio e dolore, in precario equilibrio tra brandelli di lucidità e offuscamenti da droghe che introduce l’arrivo delle figlie e del loro carico di pena e di rabbia.

Tra ironia e dramma, il regista trova così il giusto equilibrio tra i toni più leggeri e i picchi più dolorosi in una narrazione che sa reggere il peso dei dialoghi in cui la parola, sovente, si fa macigno e, nel contempo, è in grado di stemperare la tensione in una risata liberatoria. Wells orchestra le esistenze di ogni membro della famiglia come un incrocio stridulo di dissonanze, in cui ogni nota alta si fa grido e quell’armonia impossibile da raggiungere rappresenta il senso stesso di questo clan disfunzionale.

I Weston sono, nonostante tutto, uniti come da nodi invisibili e sotterranei che sono ancora (troppo) stretti nonostante le lontananze e le differenze. Duri da sciogliere essi ora riaffiorano nel loro intricato ordito portanto a galla, svelamento dopo svelamento, quella verità dalla quale, a lungo, le tre sorelle hanno cercato di fuggire. In un crescendo di bugie smascherate Barbara, Karen e Ivy trovano la forza di strappare quel velo di ipocrisia che avvolge la loro sorellanza, così come di guardare, finalmente senza l’ingannevole filtro del senso di colpa, il volto di una madre alla quale la malattia ha restituito un’atroce autenticità. La riunione familiare ha, in questo film, la violenza di un atto di guerra dove le battaglie più cruente si consumano proprio in quello che è tradizionalmente considerato il momento più armonioso dell’incontro parentale: sedersi insieme a tavola. E’ proprio nel convivio, invece, che avviene lo scontro più feroce e in cui Wells, e la prosa di Letts, mettono in campo le forze, quasi primitive, del carattere dei personaggi.

Meryl Streep e Julia Roberts distillano la viscerale dicotomia amore/odio in duelli verbali di grande potenza emotiva, supportate da comprimari di livello come Juliette Lewis, dolente ritratto di donna-bambina; Benedict Cumberbatch, soccombente ad un destino più grande di lui e la straordinaria Margo Martindale, alla quale spetta l’affondo più crudele del “colpo di grazia” finale. La fragilità dell’infanzia, la nebbia dei ricordi, i sentimenti sopiti e gli inconfessabili segreti compongono un affresco umano di amaro realismo dove, tuttavia, non si ha la sensazione assoluta di arrendersi al dolore ma, nonostante la recondita e costante dissimulazione di ogni rapporto di famiglia, di riuscire ad affrancarsi dalla gravità della menzogna, mostrando catarticamente la portata dell’inganno. Per tornare – finalmente- a vivere in un presente che non ha più nulla da nascondere.

© CultFrame 02/2014

 

TRAMA
Barbara, con il marito e la figlia, e Karen, con il suo nuovo fidanzato, tornano in Oklaoma per la scomparsa del loro padre. Nella casa di famiglia trovano ad attenderle la madre Violet, la sorella minore Ivy e i parenti più stretti. La Signora Weston, gravemente malata, è “ostaggio” dei medicinali di cui spesso abusa e non perde occasione per infliggere alle figlie umiliazioni verbali di ogni sorta. Questa riunione familiare finisce così per trasformarsi in una vera e propria lotta feroce in cui vengono a galla rancori mai sopiti e sconvolgenti verità.


CREDITI

Titolo: I segreti di Osage County / Titolo originale: August: Osage County / Regia: John Wells / Sceneggiatura: Tracy Letts tratto dalla sua commedia Agosto, foto di famiglia / Montaggio: Stephen Mirrione / Musica: Gustavo Santaolalla / Interpreti: Meryl Streep, Julia Roberts, Ewan McGregor, Juliette Lewis, Benedict Cumberbatch, Margo Martindale, Chris Cooper, Dermot Mulroney, Abigail Breslin, Sam Shepard / Fotografia: Adriano Goldman / Produzione: Steve Traxler, Jean Doumanian, George Clooney, Grant Heslov / Usa, 2013 / Distribuzione: BIM / Durata: 119 minuti

LINK
Sito ufficiale del film August: Osage County (I segreti di Osage County) di John Wells
Filmografia di John Wells
BIM

 

 

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