64° Biennale ⋅ Festival Internazionale del Cinema di Berlino ⋅ Il programma

La 64a edizione del Festival del Cinema di Berlino verrà inaugurata la sera del 6 febbraio dall’anteprima mondiale di The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, un regista il cui cinema al contempo autoriale e spettacolare riflette bene lo spirito eclettico che da sempre contraddistingue la manifestazione berlinese. Infatti, fino al 16 febbraio la capitale tedesca sarà invasa in ogni suo quartiere dalle proiezioni di una molteplicità di opere appartenenti a tutti i possibili generi cinematografici. Come sempre, l’attenzione degli appassionati sarà rivolta soprattutto al Concorso ma è bene sottolineare ancora una volta che le sezioni Panorama e Forum promettono anche quest’anno molte sorprese.

In Concorso, dopo quello di Wes Anderson, sono previsti i nuovi film di autori riconosciuti quali, su tutti, Alain Resnais con Aimer, boire et chanter interpretato da Sabine Azéma, Sandrine Kiberlain, Caroline Silhol, André Dussolier, Hippolyte Giradot, ma anche, tra gli altri, Richard Linklater con Boyhood (nel cast Patricia Arquette ed Ethan Hawke), Rachid Bouchareb con La voie de l’ennemi (Forest Whitaker, Harvey Keitel, Brenda Blethyn), Celina Murga con La tercera orialla, Hans Petter Moland con Kraftidioten (In Order of Disappearance), Claudia Llosa con Aloft, Yannis Economides con Stratos, Yoji Yamada con Chiisai Ouchi (The Little House), i tedeschi Edward Berger, Dietrich Brüggemann, Feo Aladag e Dominik Graf, due austriaci, e ben tre cinesi: Yinan Diao, Ye Lou e Hao Ning.

È anche indicativa del particolare mix cinematografico allestito ogni anno da Dieter Kosslick la giuria della competizione principale. Come presidente, è stato scelto James Schamus, assiduo collaboratore, co-sceneggiatore e produttore, di Ang Lee, con il cui Il banchetto di nozze (1993) vinse il festival due decenni orsono e che ha poi reso possibile la realizzazione di film ambiziosi quali La tigre e il dragone (2000) e Brokeback Mountain (2005). Accanto a lui un’altra anomala figura di produttrice, Barbara Broccoli, che ha ereditato dal padre l’esclusiva della serie 007. Con loro, la regista iraniana Mitra Farahani, il regista Michel Gondry, che presenterà alla Berlinale un suo documentario dedicato a Noam Chomsky e intitolato Is the man Who is Tall Happy?, e un manipolo di attori provenienti dai quattro angoli del pianeta: la danese Trine Dyrholm, l’americana Greta Gerwig, reduce dal successo ottenuto lo scorso anno a Berlino con Frances Ha (2013), l’austriaco e tarantiniano Christoph Waltz e la star di Hong Kong Tony Leung.

In mancanza di storici e critici nella giuria più importante, non mancano approfondimenti sulla storia del cinema nelle sezioni collaterali e in particolare nella retrospettiva di quest’anno, intitolata Aesthetics of Shadow. Lighting styles 1915–1950 e dedicata all’estetica della luce e delle ombre nel cinema mondiale con proiezioni di pellicole di Walther Ruttman, F. W. Murnau, Kenji Mizoguchi, John Ford, Jean Cocteau, Jules Dassin e Orson Welles. Nella sezione Berlinale Classics si vedrano invece capolavori restaurati quali Il gabinetto del Dr. Caligari (1920) musicato dal vivo alla Berliner Philharmonie, e, tra gli altri, Gioventù bruciata (1955) di Nicholas Ray, Tardo autunno (1960) di Ozu, Caravaggio (1986) di Derek Jarman. Inoltre, una piccola retrospettiva accompagnerà la consegna dell’Orso d’Oro alla carriera a Ken Loach, permettendoci di rivedere alcuni dei capolavori dell’autore britannico, da Cathy Come Home (1966) e Kes (1969) ai suoi maggiori successi degli anni Novanta e Duemila.

Fuori Concorso si vedranno alcune pellicole già uscite in Italia come The Unknown Known di Errol Morris e American Hustle di David O. Russel, o in procinto di uscire come La belle et la bête di Christophe Gans con Vincent Cassel e Léa Seydoux e The Monuments Men di George Clooney, che vi recita accanto a Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban, Cate Blanchett. Tra le anteprime mondiali della sezione Berlinale Special sono da segnalare Diplomatie di Volker Schlöndorff sull’occupazione nazista di Parigi, Cesar Chavez: An American Hero diretto dall’attore Diego Luna, Dans la cour di Pierre Salvadori con Chatherine Deneuve, A Long Way Down di Pascal Chaumeil con Pierce Brosnan e Toni Collette dal romanzo di Nick Hornby, The Two Faces of January di Hossein Amini con Viggo Mortensen e Kirsten Dunst dal bestseller di Patricia Highsmith e il film a episodi The Turning, realizzato da quindici registi, tra cui le attrici Cate Blanchett e Mia Wasikowska, a partire da un romanzo di Tim Winton.

Non si possono poi trascurare due film molto diversi tra loro ma nati entrambi sotto il segno dello scandalo, ovvero L’enlèvement de Michel Houellebecq di Guillaume Nicloux, in cui lo scrittore francese interpreta se stesso in una ricostruzione fantasiosa di un rapimento che avrebbe subito da parte di un gruppo di body builder nel settembre 2011, e Nymphomaniac Volume I (long version) di Lars von Trier, versione director’s cut in anteprima mondiale della prima parte dell’ultima fatica del regista danese.

Sempre fuori concorso sono in programma anche quelli che si presentano come due work in progress: il primo è Night Will Fall di André Singer, sulle immagini girate nel 1945 da Alfred Hitchcock e Sidney Bernstein nei campi di concentramento tedeschi; il più atteso è l’Untitled New York Review of Books Documentary diretto da David Tedeschi e da Martin Scorsese, che dovrebbe venire a presentarlo a Berlino. Tra i documentari che arricchiscono il programma di Panorama (impreziosito dalla partecipazione di Nick Cave con il film 20000 Days on Earth), troviamo anche un po’ d’Italia con Felice chi è diverso di Gianni Amelio, che ricostruisce attraverso materiali dell’Istituto Luce la vita degli omosessuali nel nostro paese nel corso del XX secolo, e Resistenza naturale di Jonathan Nossiter, che dopo Mondovino (2004) torna a raccontare il mondo enologico in particolare quello dei produttori italiani di vini naturali.

Per quanto riguarda i film italiani, è stato selezionato nel programma di Panorama Special In grazia di Dio di Edoardo Winspeare, film a basso costo sul ritorno di alcune donne salentine al lavoro nei campi, come via di fuga dall’attuale crisi economica. Su temi simili a quelli delle ultime opere citate si articola anche il documentario I cavalieri della laguna di Walter Bencini, presentato nella rassegna Culinary Cinema e dedicato al lavoro di una cooperativa di pescatori di Orbetello. Nella sezione Generation si potrà infine (ri)vedere Il Sud è niente di Fabio Mollo, la cui giovane protagonista Miriam Karlvist è stata scelta come rappresentante italiana nel gruppo delle Shooting Stars 2014, i dieci attori europei selezionati per essere lanciati tra i più richiesti interpreti dei film dei prossimi anni. Gli spettatori dell’ipertrofico festival berlinese avranno dunque da scegliere tra un’offerta vastissima in cui si può sempre sperare di scoprire qualcosa di nuovo o imprevisto.

© CultFrame 02/2014

INFORMAZIONI
64 a Berlinale. Dal 6 al 16 febbraio 2014

SUL WEB
Berlinale – Il sito

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