Il passato. Un film di Asghar Farhadi

Farhadi prosegue idealmente il proprio racconto cinematografico passando dalla separazione al divorzio con Il Passato, un mélo multietnico in cui tutti i personaggi sembrano convivere con verità nascoste e colpe inconfessabili. Grande è la potenza della parola e forse per questo Farhadi interpone tra lo spettatore e i protagonisti finestrini, vetrate, finestre, una sorta di acquario in cui il suono svanisce, inghiottito dalle espressioni, assorbito dall’emotività.
Da subito quindi lo spettatore comincia a chiedersi: “ma che staranno dicendo?”, poiché tutta la pellicola si risolve in una serie di conversazioni, scontri, rivelazioni, scoperte.

Il Passato mette in scena una famiglia allargata che rappresenta l’incubo del benpensante italiano: donna francese con due figli avuti da un non meglio identificato padre residente in Belgio, già separata da un iraniano e attualmente compagna di un maghrebino. Anche grazie a tale struttura contemporanea, Farhadi reinterpreta i classici temi del dramma familiare, immergendo i personaggi in conversazioni taglienti e silenzi rivelatori, in un susseguirsi di epifanie il cui motore (forse) involontario è l’ex marito che diviene suo malgrado catalizzatore ed innesco per l’esplodere del dramma. Un dramma che ha le sue radici nel passato, appunto, e la sua possibile soluzione nel futuro, nella speranza di serenità che, per il regista, non può che essere figlia della verità.

Farhadi dimostra una volta di più la propria discrezione autorale con una regìa volutamente asciutta, lasciando tutto lo spazio alla narrazione, alle parole ed ai silenzi: non c’è una nota di troppo, non un’inquadratura superflua, financo i sentimenti (o quanto meno la loro rappresentazione) paiono trattenuti, raffreddati, tanto da concedere soltanto ai bambini il privilegio del pianto, della scenata. Il Passato è film faticoso, lento e lungo, ma l’ottima ambientazione (straordinaria la casa “work in progress”) e la bravura degli interpreti (assolutamente sopravvalutata la pur brava Bejo) contribuiscono a mantenere viva l’attenzione dello spettatore che viene coinvolto da questo dramma intimo che non sembra trovare una soluzione definitiva grazie ad una sceneggiatura che cambia continuamente punto di vista, occultando la verità dietro un muro/vetro di parole. Fino allo straordinario finale, coerente e perfetto nella sua irresolutezza.

© CultFrame 11/2013

 

TRAMA
Parigi: l’iraniano Ahmad e la francese Marie sono separati da quattro anni e lui nel frattempo è tornato a Teheran. Per espletare le formalità del loro divorzio, l’uomo torna nella capitale francese; ben presto, però, si rende conto che i rapporti tra Marie e la figlia Lucie sono piuttosto conflittuali. Ahmad cercherà di migliorare la situazione, ma nel frattempo un segreto verrà svelato.


CREDITI

Titolo: Il passato / Titolo originale: Le Passé / Regìa: Asghar Farhadi / Sceneggiatura: Asghar Farhadi / Fotografia: Mahmaoud Kalari / Montaggio: Juliette Welfling / Scenografia: Claude Lenoir / Musica: Evgueni e Youli Galperine / Interpreti principali: Bérénice Bejo, Tahar Rahim, Ali Mosaffa, Pauline Burlet / Produzione: Memento Film Distribution, France 3 Cinéma / Distribuzione: BIM / Paese: Francia, 2013 / Durata: 130 minuti

LINK
CULTFRAME. Una separazione. Intervista al regista iraniano Asghar Farhadi di Nikola Roumeliotis
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Filmografia di Asghar Farhadi
BIM

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