A Living Man Declared Dead and Other Chapters. Mostra di Taryn Simon

taryn_simon-living_man_declared_dead1In un primo momento, si potrebbe venire sopraffatti dal progetto ambizioso e complesso di Taryn Simon. L’artista americana mostra un approccio scientifico e categorico del mondo, le sue immagini rivelano un’attitudine investigativa, e, nel caso della mostra alla Tate Modern, si concentrano sugli aspetti genealogici dei racconti, e sulle conseguenze che gli eventi hanno su un ramo familiare o su un gruppo in particolare.
Alle pareti bianche delle sale sono appesi diciotto lavori, quasi dei dittici. Da un lato, una griglia dal colore di fondo giallo opaco, dove sono incasellati i ritratti, eseguiti in maniera disadorna e scevra da qualsiasi emozione o drammaticità; dall’altro, separate da una breve spiegazione, poche immagini, che si ricollegano alla narrativa, contestualizzando così gli alberi genealogici orizzontali.

Il titolo della mostra è lo stesso del primo lavoro, o capitolo, in cui si narra l’esperienza frustrante ed incredibile di un contadino dell’Uttar Pradesh, dichiarato morto da parenti avidi che volevano prendersi la sua terra. Lentezze burocratiche e vuoti di giustizia non hanno permesso all’uomo e ai suoi familiari di tornare sui loro possedimenti. Per chi viene da un paese pieno di contraddizioni, dove la terra ha un valore fondamentale, ma è un bene scarso, i ritratti di Taryn Simon assumono la valenza di un grido silenzioso, l’ultima possibilità di queste vittime di provare la loro esistenza in vita.

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Le storie hanno lo stesso formato, scandiscono lo spazio in un’omogeneità ripetitiva e inquietante. Ma se le pose sono identiche e l’individualità dei ritratti indebolita nello sguardo d’insieme, gli spunti sono diversi e addentrarsi nei racconti si tramuta in un’avventura. Dalla poligamia in Kenya alla diretta discendenza di un nazista, dagli esperimenti sui conigli in Australia alle conseguenze del talidomide sui membri di una stessa famiglia, solo guardando più da vicino, si esperimenta la sensazione di far parte di un libro straordinario.

Gli spazi vuoti della griglia sottolineano con forza le assenze, che possono essere quelle di persone decedute, rapite, disperse, o che, semplicemente, non hanno dato il consenso ad essere fotografate. A volte un oggetto costituisce il ritratto, si sostituisce al volto, ma non per questo è meno significativo. Può trattarsi di un indumento o, nel caso delle vittime del massacro di Srebrenica, un dente, un frammento di osso. Dai capostipiti alle nuove generazioni il dramma e le sue conseguenze per forza si attenuano, ma essere giovani non sempre è sinonimo di ottimismo. Gli orfani ucraini, la sicurezza effimera delle loro camerate, sovraffollate di letti, le carte da parati a fiori, non possono celare la vita di privazioni e l’ansia di un futuro che, al compimento dei sedici anni, li vedrà in balia di un mondo malavitoso, fatto di crimine e prostituzione.

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Taryn Simon prova a riordinare il caos tramite un potente uso di testo e immagini, ricercando e inanellando storie, tutte diverse, da tutto il mondo, con curiosità quasi scientifica, si pone l’obbiettivo di chiarire la complessità di situazioni in cui persone, oggetti ed eventi non possono essere disgiunti, in cui le assenze, a volte, hanno la forza prorompente di un buco nero.

© CultFrame 07/2011


IMMAGINI

1 © Taryn Simon. Excerpt from Chapter VI, A Living Man Declared Dead and Other Chapters. Courtesy. Courtesy Gagosian Gallery
51. No. 326, 27 May 2009. Inglewood, Queensland, Australia
52. No. 327, 27 May 2009. Inglewood, Queensland, Australia

2 © Taryn Simon. Excerpt from Chapter VII, A Living Man Declared Dead and Other Chapters. Courtesy Gagosian Gallery
1. Nukic, Nezir, 1928 (exact birth date unknown). Forester and road builder. Zivinice, Bosnia and Herzegovina
2. Mehic, Zumra, 09 Dec. 1950. Homemaker. Kladanj, Bosnia and Herzegovina
3. Mehic, Bajazit, 16 Sept. 1972 – 11 July 1995. Mortal remains, International Commission on Missing Persons, Podrinje Identification Project. Tuzla,
Bosnia and Herzegovina
4. Mehic, Ahmedin, 16 Feb. 1974 – 12 July 1995. Tooth sample used for DNA matching, International Commission on Missing Persons. Srebrenica-Potocari Memorial and Cemetery, Srebrenica, Bosnia and Herzegovina

3 © Taryn Simon. Excerpt from Chapter XVI, A Living Man Declared Dead and Other Chapters. Courtesy Gagosian Gallery
7. Bakari, Mzawa Iddi, 25 Sept. 1966. Personal secretary, General Military Hospital. Dar es Salaam, Tanzania
8. Omari, Wahida Abdillah, 08 May 1990. Student. Dar es Salaam, Tanzania
9. Omari, Tahiya Abdillah, 21 May 1997. Student. Dar es Salaam, Tanzania
10. Omari, Abdulrahim Abdillah, 23 Feb. 2002. Student. Dar es Salaam, Tanzania

INFORMAZIONI
Taryn Simon: A Living Man Declared Dead and Other Chapters
Dal 25 maggio al 6 novembre 2011
Tate Modern / Bankside, Londra / Telefono +44(0)20.78878888
Orario: domenica – giovedì 10.00 – 18.00; venerdì e sabato 10.00 – 22.00 / Ingresso libero

LINK
Il sito di Taryn Simon
Tate Modern, Londra

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