Quadrato Rosso, Impossibile Rosa. Melanie Smith. Padiglione Messico. 54. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia

melanie_smith-packageA proposito di padiglioni appartati e lontani dal glamour pirotecnico dei Giardini della Biennale, dobbiamo senza alcun dubbio segnalare quello messicano (a cura di José Luis Barrios). Si tratta di una complessa e articolata installazione che occupa diversi ambienti di Palazzo Rota Invancich. L’artista chiamata a realizzare il lavoro per questa edizione della Biennale è Melanie Smith, acuta creativa nata in Inghilterra nel 1965 che ha scelto di vivere e lavorare a Città del Messico fin dal 1989.
Il percorso espositivo è impostato su tre cardini precisi. Si tratta di video portati a termine, insieme a Rafael Ortega, tra il 2010 e il 2011 che rappresentano a pieno titolo la poetica stratificata di un’artista che ha saputo orchestare un racconto visivo (e non solo) composto da segni: quelli che emergono dai video in questione e quelli che scaturiscono da innumerevoli oggetti posizionati con cura in grandi teche di vetro.
Melanie Smith ragiona su questioni di assoluta rilevanza. In primo luogo, sul rapporto tra modernità, evoluzione della politica e condizione della vita nel continente latinoamericano. In secondo luogo, sulla relazione tra spazi architettonici e manipolazione delle masse. Infine, è riscontrabile una ramificazione espressiva più visionaria che prende in considerazione la connessione tra ambiente naturale e intervento degli esseri umani, nonché la dimensione caotica della metropoli contemporanea nell’ambito della quale sembrano svolgersi attività misteriose e prive di senso.

melanie_smith-xilitlaIniziamo proprio da quest’ultimo fattore. In Bulto è narrata la vicenda alquanto enigmatica di un ingombrante fagotto di plastica rosa che viene trasportato in vario modo per le strade di Lima (Perù). Video dai tratti tipicamente surrealisti, Bulto vuole rappresentare anche un discorso sul delirante e insensato ciclo delle attività urbane, sempre convulse e nevrotiche, quanto nella maggioranza dei casi non necessarie, se non addirittura inspiegabili. Questo fagotto si manifesta come presenza inquietante, come il segno di uno straniamento esistenziale che non abbandona mai le azioni umane e che inquina l’armonia paeasaggi e dei siti archeologici.

L’impostazione di stampo surrealista è presente anche nel video Xilitla-Incidents of Misalignment. In questo caso Melanie Smith si confronta a livello visuale e spaziale con uno dei luoghi più singolari che ci sia mai capitato di vedere: il giardino della città di Xilitla. Si tratta di un ambiente nel quale la natura regna incontrastata grazie a una vegetazione fitta e imponente. Nel bel mezzo di questa situazione naturalistica, Edward James, un nobile inglese, fece costruire delle strutture architettoniche decisamente deliranti. Forme assurde nate dall’azione dell’uomo si susseguono in un articolato sistema di segni, di spazi, di passaggi determinando nel fuitore una sensazione di spaesamento generale. Sembrano rovine di una civiltà passata ma in realtà non lo sono. L’intervento del genere umano, dunque, assume delle connotazioni astoriche e indecifrabili e si configura nel luogo come manifestazione dell’incongruenza, elemento tipico della poetica del surrealismo.

melanie_smith-aztec_stadiumInfine, dobbiamo necessariamente puntare l’attenzione su Estadio Azteca/Proeza Maleable. E’ un’opera nella quale l’impostazione registica e la costruzione visuale del racconto hanno un significativo valore.
Nello spazio gigantesco e inquietante dello stadio Azteca (dove si sono svolti molti importamti eventi calcistici) grandi gruppi di individui vengono istruiti alla composizione di immagini attraverso l’uso di pannelli che di volta in volta devono essere posizionati verso l’alto. Il tutto è accompagnato dal suono di una chitarra elettrica che esalta all’ennesima potenza il meccanismo messo in piedi per l’occasione.

Melanie Smith ci parla, evidentemente, della manipolazione dei popoli nonché degli spazi architettonici, gli stadi appunto, predisposti proprio per realizzare questa pratica, così ben sfruttata (purtroppo) dai regimi dittatoriali, ma no solo.
L’aspetto centrale di questo video è il suo contenuto, legato all’analisi socio-politica della condizione di talune popolazioni. I risultati reali delle coreografie/scenografie che dovrebbero realizzare i cittadini presenti nello stadio spesso non riescono per niente. Anzi, molti soggetti fanno tutto tranne che eseguire bene i movimenti che sono stati loro insegnati.

Il messaggio neanche tanto nascosto del video sembra il seguente: la manipolazione delle masse è una pratica atroce e tirannica, ma il genere umano ha sempre gli strumenti per ribellarsi, così lo spirito anarchico dell’individuo (l’anticorpo contro le tirannie) riesce a sopravvivere finché la contestazione soggettiva si trasforma in onda di rivolta.
La rivoluzione, dunque, è sempre possibile.

© CultFrame 06/2011

IMMAGINI

1 Melanie Smith / Rafael Ortega. Package (sequence), 2011. Video HDV 3:42 min. Collection MALI, Lima and la Coleccion Jumex, Mexico. Cortesy of the artists and Peter Kilchmann Galerie

2 Melanie Smith / Rafael Ortega. Xilitla: Dismantled 1, 2011.  Video transferred from 35mm. 12 min. Collection Charpenel and Fundacion, CIAC, AC. Courtesy of the artists and Peter Kilchmann Galerie

3  Melanie Smith / Rafael Ortega. Aztec Stadium. Malleable Deed, 2010. Video Full HD 10:29 min. Collection Fundacion Televisa and Museo Universitario Arte Contemporaneo, UNAM, Mexico. Courtesy of the artists and Peter Kilchmann Galerie

INFORMAZIONI
Quadrato Rosso, impossibile Rosa. Melanie Smith. Padiglione Messico / Co-autore dei progetti filmici: Rafael Ortega / A cura di José Luis Barrios
54. Esposizione Internazaionel d’Arte
Dal 4 giugno al 27 novembre 2011
Palazzo Rota Ivanchic / Castello 4421, Venezia
Orario 10.00 – 18.00 / chiuso lunedì (tranne 21 novebre 2011) / Ingresso libero

LINK
Padiglione Messico
Il sito di Melanie Smith
Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia

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