Lo Zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti. Un film di Apichatpong Weerasethakul

apichatpong_weerasethakul-zio_boonmeePalma d’oro al Festival di Cannes 2010, l’ultimo film del regista tailandese Apichatpong Weerasethakul racconta la malattia terminale come momento di attesa in cui la quiete si alterna all’emergere dei rimorsi e dell’ansia. Mentre lo zio Boonmee si avvia verso la morte, gli spettri dei suoi cari si manifestano chiarendo vecchi misteri, offrendo il conforto di un abbraccio, di una promessa. La pellicola si addentra nel territorio sospeso tra la vita e la morte in cui le figure del mito, della simbologia religiosa buddista e le produzioni oniriche si materializzano dando vita a un immaginario complesso in cui si sovrappongono i piani temporali e i livelli di coscienza.
Visto senza la convizione di dover tutto capire e interpretare, il film si segue come un percorso che nonostante le rotture e le discontinuità mette in scena un avvicinamento sempre più angosciante all’aldilà. La natura onnipresente, le montagne, le cascate, la foresta, le grotte di quarzo scintillante sono una risorsa scenografica e simbolica in cui il bello e il mostruoso a fatica si distinguono.

Come Tropical Malady (2005) anche lo Lo zio Boonmee è un film in cui la natura rinvia per saturazione alla dimensione più astratta e spirituale della vita: groviglio inquietante di forme viventi vegetali, minerali e animali (facendo attenzione si possono contare un gran numero di forme animali: api, scarafaggi, falene, un cane, pesci bianchi delle grotte, pesci-gatto nei torrenti, scimmie vere e fantasma). Ne risulta un film misterioso e disseminato di interrogativi in cui più la fine si avvicina, più si tocca il fondo dell’inquietudine.
Il senso di morte si fa strada nell’essere umano attraverso immagini oniriche in cui i brutti ricordi del passato si amalgamano alle apprensioni per ciò che si lascia dietro di sé. Quale sarà il destino del Paese per difendere il quale Boonmee ha combattuto e ucciso? Era giusto combattere? Quale eredità si lascia a chi rimane? Nel finale, il film presenta in modo enigmatico quella che potrebbe essere una sua dimensione sociopolitica lasciando spazio più alla visione evocativa di divise mimetiche e giovani armati che ai significati espliciti. La pellicola è stata infatti girata nel nordest della Thailandia, teatro di lotte tra esercito nazionale e formazioni comuniste. Gli scatti che accompagnano le ultime parole del protagonista morente sono le fotografie che il regista ha realizzato durante la preparazione del film con alcuni giovani abitanti della zona. Esse sono allo stesso tempo testimonianze della violenza del passato e visioni di un futuro inquietante.

© CultFrame 10/2010


TRAMA

Malato di reni e prossimo alla fine, Boonmee vive nella sua azienda agricola assistitito da un giovane infermiere immigrato dal Laos, dalla cognata e dal nipote. Una sera dopo cena, la famiglia riceve la visita di due spiriti: dapprima quello della moglie di Boonmee morta vent’anni prima e poi anche quello del figlio sotto forma di scimmia dagli occhi di fuoco. Gli spiriti saranno una presenza costante negli ultimi giorni di vita dell’uomo accompagnandolo fino oltre al confine che separa vita e morte.


CREDITI

Titolo: Lo Zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti / Titolo originale: Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives / Regia: Apichatpong Weerasethakul / Sceneggiatura: Apichatpong Weerasethakul liberamente ispirato al libro A Man Who Can Recall Past Lives di Phra Sripariyattiweti / Interpreti: Thanapat Saisaymar, Jenjira Pongpas, Sakda Kaewbuadee, Natthakarn Aphaiwonk, Geerasak Kulhong, Kanokporn Thongaram / Fotografia: / Montaggio: Lee Chatametikool / Scenografia: Sayombhu Mukdeeprom, Yukontorn Mingmongkon, Charin Pengpanich / Produzione: Illumination Films/Past Lives Productions, Kick the Machine Films / Distribuzione: BIM / Paese: Germania, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Thailandia 2009 / Durata: 114 minuti

LINK
Filmografia di Apichatpong Weerasethakul
BIM

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