La parte in comune + Rumori di un banchetto gioioso. Mostra di Alain Willaume. Fotografia europea 2010. Reggio Emilia

© Alain Willaume. Dal progetto La parte in comune + Rumori di un banchetto gioioso. Reggio Emilia 2009-2010

La mappatura del genere umano attraverso la fotografia è una pratica consueta. Ci sono numerose variazioni sul tema e moltissimi esempi nella storia della fotografia, tra cui uno dei più famosi e imponenti resta quello di The Family of Man, la mostra collettiva che fu allestita a New York nel 1955 da Edward Steichen: 503 scatti di 273 fotografi i quali avevano immortalato nascita, amore, gioia, guerra, malattia, e morte ai vari angoli della terra per dimostrare che l’umanità è una. A una logica analoga si ispira il progetto SETSE – Seeing European Culture Through A Stranger’s Eyes finanziato dalla Commissione Europea, anche se da allora il mondo è profondamente cambiato. Nell’epoca della globalizzazione il mondo, infatti, non è mai apparso tanto vario, perciò SETSE ha come obiettivo quello di sondare le diverse realtà politiche, sociali, economiche e religiose per stimolare il dialogo interculturale, partendo dal rituale più quotidiano e condiviso:  il consumo del pasto in famiglia. Tale progetto, durato due anni, è approdato all’allestimento di una mostra collettiva che ora si trova a Reggio Emilia, ma che a settembre sarà ospitata a Valencia. Ogni nazione partner del progetto (Polonia, Slovacchia, Grecia, Ungheria, Finlandia, Spagna, Italia e Francia) ha ospitato un fotografo per due mesi: l’Italia, associata alla Francia, ha visto Simona Ghizzoni andare nelle zone tra la Camargue e Bouches du Rhone, mentre ha accolto a Reggio Emilia il fotografo francese Alain Willaume.

© Alain Willaume. Dal progetto La parte in comune + Rumori di un banchetto gioioso. Reggio Emilia 2009-2010

Willaume è nato nel 1956 a Saverne, vicino a Strasburgo e ha alle spalle una significativa carriera, ottenuta viaggiando in giro per il mondo. Ha attraversato Europa, Asia, Africa e Australia, dimostrando una certa predilezione per l’India. Spesso ha concentrato l’attenzione sui cosiddetti “laboratori di umanità”, vale a dire su contesti particolari nei quali si è soffermato a mappare le persone, creando ritratti volutamente ambigui in modo che il fraintendimento prodotto rivelasse e smentisse alcuni dei condizionamenti culturali a cui siamo soggetti. Per la mostra reggiana Willaume lavora in modo analogo: collaborando con la sua partner Anne Testut che già fra il 1991 e il 1994 aveva realizzato la raccolta fotografica Europa a tavola, propone una quarantina di ritratti singoli dei componenti di famiglie reggiane, componenti ai quali chiede a fine pasto di dedicarsi a un momento di concentrazione interiore. Ognuno si posiziona nella postura che ritiene più consona alla richiesta fatta e rivolge lo sguardo in un punto indefinito ma quasi mai verso l’obiettivo, producendo così una sensazione di straniamento. Willaume fa entrare nell’inquadratura il piatto davanti al commensale e una porzione dello sfondo. Poco, ma già sufficiente a farci notare quanta diversità possa esistere in un piccolo gesto. La mostra però ha una seconda parte.

© Alain Willaume. Dal progetto La parte in comune + Rumori di un banchetto gioioso. Reggio Emilia 2009-2010

In essa si vedono le stesse persone immortalate, questa volta, all’interno del contesto da cui sono state estrapolate. Ci sono anche gli altri commensali (talvolta nessuno, talvolta molto numerosi) e il luogo in cui sono collocati: si va da un’ampia famiglia di immigrati stipata in una striminzita cucina a un single che mangia sul letto. Sotto ogni fotografia sono riportati nomi, età, orario, menù, numero di tv e di computer in casa. Davanti ai nostri occhi sfila un’inaspettata varietà nell’apparecchiare la tavola, nelle portate servite, nella composizione delle famiglie, nell’arredamento, nelle abitudini. Eppure sono tutte famiglie di Reggio Emilia. A corredare la mostra, infine, ci sono biglietti da visita su cui sono riportate le risposte alle domande rivolte alle persone ritratte (qual è il cibo preferito e come ti immagini il cibo del futuro), una selezione di immagini tratte dall’archivio fotografico di ciascuna famiglia sul tema del pasto, alcune foto tratte dagli archivi storici conservati presso la Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia e, per finire, il sonoro delle persone ritratte dal fotografo francese mentre mangiano. Nella mostra di Willaume alloggia un mondo estremamente complesso e diversificato. Perciò si può concludere che oggi, a quasi cinquant’anni da The Family of Man, con la globalizzazione che rischia di appiattire le diversità o al contrario di irrigidirle è bene sottolineare che l’umanità non è una e meno male, perché come ha scritto il poeta camerunense Ndjock Ngana Yogo “conoscere una sola lingua, un solo lavoro, un solo costume, una sola civiltà, conoscere una sola logica è prigione”.

© CultFrame 05/2010

INFORMAZIONI
Dal 7 maggio al 13 giugno 2010
Galleria Parmeggiani / Corso Cairoli 2 , Reggio Emilia / Telefono: 0522.451152, 0522.456249, 0522.456635, 0522.456448
Orario: martedì – venerdì 20.00 – 23.00 / sabato, domenica e festivi 10.00 – 23.00 / chiuso lunedì
Biglietto unico per accedere a tutte le mostre: intero 10 € /  Ridotto 7 €

SUL WEB
Il sito di Alain Willaume
Fotografia europea Reggio Emilia – Il sito
CULTFRAME. Occasional Geometries. Mostra di Richard Wentworth. Fotografia europea 2010. Reggio Emilia
CULTFRAME. La vie en rose. Mostra di Malick Sidibé. Fotografia europea 2010. Reggio Emilia
CULTFRAME. Omaggio a Josef Sudek. Fotografia europea. Reggio Emilia 2009
CULTFRAME. Googlegrammi. Mostra di Joan Fontcuberta. Fotografia Europea. Reggio Emilia 2009
CULTFRAME. Eternità. Fotografia europea. Reggio Emilia 2009
CULTFRAME. Un’epopea fotografica. Mostra di Edward Steichen. Fotografia europea 2008. Reggio Emilia
CULTFRAME. Città europee, un deserto sovraffollato. Incontro con Zygmunt Bauman. Fotografia Europea 2007. Reggio Emilia

 

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