La versione moderna del “boia” è, oggi, il “tecnico di fine rapporto”, un termine che, molto eufemisticamente, definisce un vero e proprio tagliatore di teste che ha il compito di “decapitare” in modo, sì diverso, ma non meno cruento, del suo antenato storico munito di mannaia. Ai giorni nostri ad essere affilate sono le parole e il patibolo e una bella scrivania lucida dove, dall’altra parte, un carnefice sorridente e in costoso doppiopetto ti informa che sarai un disoccupato. Il lavoro di Ryan Bingham è quello di toglierne uno al prossimo. In viaggio tutto l’anno, da un capo all’altro degli Usa, vive attaccato alla sua valigia e colleziona compulsivamente tessere-fedeltà di ogni tipo, ovvero gli unici oggetti rassicuranti della sua esistenza perennemente in volo.
Jason Reitman racconta, seppur in tono di commedia in agrodolce, uno dei mali più perniciosi della società contemporanea: la perdita di un impiego e la disperazione che ne consegue. Una disperazione con la quale Bingham ha a che fare tutti i giorni e alla quale sembra essere ormai impermeabile, al riparo da qualsiasi commozione e coinvolgimento grazie al suo astuto cinismo che ne fa un affabulatore in grado di fronteggiare qualsiasi reazione, dalla violenza fisica alla minaccia del suicidio.
In realtà, Ryan è l’essere più solo del mondo che si sente al sicuro dall’agguato del patetico grazie al sorriso da seduttore, la sicurezza dell’eloquio e la convinzione che la sua vita da perenne viaggiatore sia la migliore possibile. Non è un caso che, nel momento in cui lo costringono “a terra”, le sue sicurezze iniziano a mostrare qualche crepa, così come le sue emozioni sembrano prendere il sopravvento quando nella sua vita irrompe un’altra instancabile, quanto intrigante, “girovaga” come Alex. L’illusione di essere simili si risolve, tra loro, in un’attrazione immediata ma scopriranno che ciò che li separa è qualcosa di ben diverso dalle miglia o dagli oceani. Le vite dei protagonisti, compresa la giovane “ottimizzatrice” d’azienda divisa tra umanità e dovere, non sono infatti meno tristi di quelle di chi sta per perdere il lavoro. In modi differenti, il futuro di ciascuno di loro è incerto e, nel peggiore dei casi, addirittura impossibile da costruire.
Ed è ciò che accade a Ryan, più inquilino del suo itinerante presente che non del suo appartamento, vagabondo tra i cieli ed emotivamente (e volutamente) miope al quale Clooney, ottimo come sempre nel ruolo dell’ammaliatore, infonde una credibilità empatica che ci impedisce di detestarlo. Accanto a lui comprimarie all’altezza come Vera Farmiga, che sa ben dosare fascino ed autorionia, e la brava Anna Kendrick per un film godibile, di buona fattura e buon ritmo che, pur frenando sul finale, evita intelligentemente le trappole del già visto e, soprattutto, del facile ottimismo.
©CultFrame 10/2009 – 01/2010
TRAMA
Ryan Bingham è un “tagliatore di teste” aziendale perennemente in viaggio. Allergico ai legami – compresi quelli della sua famiglia – ritiene che tutto ciò di cui ha bisogno entra perfettamente in una valigia a rotelle. Durante uno dei suoi tanti spostamenti incontra Alex, un’altra avvenente girovaga per professione, con la quale inizia una relazione che potrebbe fargli cambiare idea sui rapporti a due. Intanto il suo capo gli affianca Natalie, una giovane “ottimizzatrice” alla quale dovrà insegnare i segreti del mestiere. Una serie di cambiamenti che faranno riflettere Ryan sul significato che realmente vuole dare alla sua vita.
CREDITI
Titolo originale: Up in the Air / Regia: Jason Reitman / Sceneggiatura: Jason Reitman dal romanzo di Walter Kim / Interpreti: George Clooney, Jason Bateman, Anna Kendrick, Vera Farmiga / Montaggio: Dana E. Glauberman / Musica: Eric Steelberg/Produzione: Cold Spring Pictures, DW Studios, Montecito Picture Company, The, Paramount Pictures, Right of Way Films / Distribuzione: UIP / USA, 2009 / Durata: 108 minuti
LINK
Sito ufficiale del film Up In The Air (Tra le nuvole) di Jason Reitman
Sito italiano del film Tra le nuvole di Jason Reitman
Festival Internazionale del Film di Roma
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