Soul Kitchen ⋅ Un film di Fatih Akin

Esiste un genere difficile in ambito cinematografico? Certamente: la commedia. In special modo, se si intende fornire a un testo filmico un’impronta di tipo autoriale. Divertire, utilizzando situazioni comiche e una struttura narrativa ritmica è operazione che può divenire artistica pericolosa. I problemi espressivi in questo caso sono sempre dietro l’angolo. Il rischio è quello di scadere nella banalità, nella battuta scontata. Questo rischio l’ha corso anche il regista di origini turche Fatih Akin con la sua ultima opera Soul Kitchen.

Lo sguardo dell’autore de La Sposa turca si dirige anche in questo caso negli ambienti delle famiglie degli immigrati in Germania. Questa volta il suo obiettivo si sposta verso la comunità greca, anche se lo scopo narrativo del regista non è quello di raccontare come vivono i cittadini tedeschi originari di Atene o Salonicco, quanto piuttosto di edificare una vicenda dai tratti deliranti e grotteschi.

A consentire drammaturgicamente lo sviluppo del racconto sono due fratelli greci, con tutto il carico culturale e umano che si portano dietro, nonostante il fatto che molto probabilmente siano nati lì e parlino solo tedesco. Le loro disavventure hanno come palcoscenico la città di Amburgo, “luogo” del nord, ambiente simbolico dalle fredde connotazioni ambientali, dove però i due fratelli trovano il loro spazio di azione ideale. Si tratta, in fin dei conti, di una lotta per la sopravvivenza, di una continua ricerca di un benessere al quale probabilmente hanno sempre anelato ma che per varie ragioni non sono mai riusciti a raggiungere. La struttura ritmica del film è sempre vivace, mentre il racconto pur non brillando per inventiva presenta qua e là dei passaggi decisamente esilaranti.

Fatih Akin è regista di assoluta abilità e riesce a costruire un impianto formale perfettamente in grado di supportare le storie deliranti di cui sono protagonisti Zinos e Ilias, i due fratelli di origine greca. L’aspetto interessante di questa operazione filmica è che l’autore non scade mai nel folcloristico e neanche nella scontata denuncia sociale. Tutto è concentrato sugli aspetti espressivi della commedia e sul crescendo del film che si innalza in maniera esponenziale man mano che ci si avvicina alla conclusione, forse prevedibile, della storia.

Adam Bousdoukos e Moritz Bleibtreu costituiscono una coppia di interpreti affiatata e sempre efficace. I due riescono con la loro interpretazione a dare continua sostanza a Soul Kitchen e a dare vita ad alcune brevi scene di grande impatto comico.

© CultFrame 09/2009 – 01/2010

Film presentato alla 66. Biennale Cinema di Venezia

TRAMA
Zinos è un ragazzo di origine greca. Vive ad Amburgo ed è proprietario di un ristorante non proprio di alto livello. La cucina è pessima e gli affari iniziano a andare male quando Zinos affida la guida della cucina a uno chef un po’ snob. A un certo punto però le cose andranno meglio, così Zinos deciderà di raggiungere la sua fidanzata che è andata a vivere a Shanghai. Sarà Ilias, il fratello, a prendere in gestione il ristorante ma, essendo un poco di buono, lo perderà al gioco. Zinos non accetterà questa situazione e deciderà di non partire più.

CREDITI
Titolo: Soul Kitchen / Regia: Fatih Akin / Sceneggiatura: Fatih Akin, Adam Bousdoukos / Fotografia: Rainer Klausmann / Montaggio: Andrew Bird / Scenografia: Tamo Kunz / Interpreti: Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Pheline Roggan / Produzione: Corazon International / Germania, 2009 / Durata: 99 minuti

SUL WEB
Filmografia di Fatih Akin

0 Shares: