Triage. Un film di Danis Tanovic

danis_tanovic-triageCi si domanda, a volte, perché alcuni registi abbiano scelto il cinema come territorio di espressione. Certo, ogni individuo ha il diritto di operare nel settore che più gli aggrada ma perché intestardirsi a percorrere la strada dell’ovvietà, della banalità?

Prendiamo il caso di Danis Tanovic, cineasta bosniaco che vinse “la lotteria” quando nel 2001 si aggiudicò il Premio Oscar per il Miglior Film Straniero con No Man’s Land. Si trattava di un’opera modesta il cui unico merito era affrontare l’argomento giusto attraverso meccanismi espressivi e narrativi utili a colpire il pubblico in maniera positiva. L’equivoco su questo regista è continuato anche con la sua seconda prova, Hell, ma con il suo terzo (recente) lungometraggio la questione appare ormai conclamata.

Triage, infatti, è un’opera che non si distingue certo per originalità e per abilità creativa.

Siamo alle solite: la guerra è un orrore e chi l’ha vissuta direttamente si porterà questo orrore dentro per sempre. Chi potrebbe essere in disaccordo con questa posizione? È totalmente fuori da ogni dubbio che violenza, sopraffazione dell’uomo sull’uomo e morte facciano ribrezzo. Questo lo affermiamo con chiarezza inequivocabile. Ma basta un argomento così serio a fare grande un film? La risposta è: no.

 

Triage infila in novantasei minuti, banalità una dietro l’altra e, forse, inconsapevolmente alimenta alcuni luoghi comuni macroscopici.

Il personaggio principale è un fotoreporter un po’ fuori di testa che decide di spendere la sua vita andando in zone di guerra per fotografare azioni belliche, corpi sventrati e teschi accumulati. Lo stereotipo del fotoreporter con l’elmetto in testa, che tanti danni ha generato negli ambienti fotografici, è qui raffigurato all’ennesima potenza. Il soggetto parte per il Kurdistan ma sembra non domandarsi mai il perché degli eventi e soprattutto sembra vivere una dimensione di trance. C’è l’odore del sangue? Ecco, allora, il coraggioso fotografo intervenire in loco con il suo strumento di lavoro con sprezzo del pericolo. Un vero eroe.

Come se ciò non bastasse, la sceneggiatura del film (scritta dallo stesso Tanovic e ispirata a un libro di Scott Anderson) è semplicista e a tratti del tutto inverosimile. Si dirà che il cinema è il cinema, ma può essere plausibile una conversazione basata sulla bellezza di un mobile di casa, tra il fotografo, assente da mesi e ritornato con le stampelle e ferite in faccia, e la bella moglie che parla al marito come se si fosse assentato per poche ore?

Ed ancora: la struttura del racconto è basata sull’utilizzo continuo e inefficace del flashback, così come gli incubi del fotoreporter sopravvissuto alla guerra sono quanto di più scontato si possa cinematograficamente immaginare. Dovremmo parlare approfonditamente della pochezza dei dialoghi (lo spazio di questo articolo non ce lo consente), ma non possiamo dimenticare di sottolineare  la superficialità dell’uso della musica, utilizzata solo come segno di evidenziazione della condizione psicologica del protagonista. La regia? Gli aspetti formali? Nulla da dire. Sostanzialmente corretti ma assolutamente anonimi.

 

Cast e personaggi imperscrutabili: Colin Farrell è il fotografo/eroe, Christopher Lee è una specie di psichiatra ispanico ambiguo ma bravissimo, Paz Vega è la moglie/medico del fotografo, anch’essa ispanica, bella e inutile. Tre interpretazioni modeste, tre scelte di casting poco comprensibili.

 

©CultFrame 10/2009

 

 

TRAMA

Mark è un fotoreporter di guerra irlandese. Dopo un periodo passato nel Kurdistan al seguito dei peshmerga, fa ritorno a casa. Il suo stato fisico è pessimo, quello psicologico ancor di più. La giovane e bella moglie a un certo punto si accorge che qualcosa nella testa del marito non funziona e chiama a occuparsi della questione il nonno, uno psichiatra esperto di traumi bellici. Ci vorrà poco a capire che Mark si porta dentro un gravissimo segreto.

 

CREDITI

Titolo: Triage / Regia: Danis Tanovic / Sceneggiatura: Danis Tanovic (tratta dal libro di Scott Anderson) / Fotografia: Seamus Deasy / Montaggio: Francesca Calvelli, Gareth Young / Scenografia: Derek Wallace /Musica: Lucio Godoy / Interpreti: Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee / Produzione: ASAP Films, Parallel Film / Distribuzione: 01 / Francia, Irlanda, Spagna, 2009 / Durata: 96 minuti

 

LINK

Filmografia di Danis Tanovic

Festival Internazionale del Film di Roma

01 Distribuzione

 

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