Vision. Un film di Margarethe Von Trotta. Festival Internazionale del Film di Roma 09

margareth_von_trotta-visionDopo tante donne del ventesimo secolo, da Katharina Blumm e il suo onore perduto, alla rivoluzionaria Rosa Luxemburg, dalle tragiche sorelle dell’omonimo film alla ricerca di un equilibrio alle donne degli Anni di Piombo, fino alle signore alle prese con la loro passione e la (loro) lucida follia, la regista tedesca Margarethe Von Trotta si rivolge per la prima volta a una donna del passato. E per lo più monaca del 12mo secolo. Nonostante ciò, il personaggio di Hildegard von Bingen non si distacca di molto dalle figure femminili che la regista tedesca ha messo al centro dei suoi lungometraggi.

Visionaria fin da piccola, la figura di Hildegard viene trattata come se fosse un personaggio di oggi, poiché è praticamente impossibile mettersi davvero nella pelle di una donna del Medioevo. La regista cerca di sottolineare cosa di lei può ancora suscitare interesse: la sua passione per la medicina alternativa o per la cura della natura, e naturalmente il suo monito rivolto a Barbarossa, a cui consigliò di diventare un governatore giusto, non solo avido di potere e ricchezza. Un consiglio che oggi dovrebbe essere rivolto a molti governanti, come dice la stessa autrice.

Ma andando oltre le osservazioni socio-politiche, dobbiamo ammettere che col passare degli anni Margarethe Von Trotta ha perso il taglio secco ed essenziale delle sue pellicole precedenti, a favore di una messa in scena anche sontuosa, caratterizzata da movimenti di macchina complessi, ma che servono a poco, e che la sta allontanando dalla poetica di un regista come Rainer Werner Fassbinder, a cui è stata molto legata, e la sta portando ad esprimersi attraverso una messa in scena para-viscontiana, addirittura zeffirelliana.

Ma grazie alla straordinaria interpretazione di Barbara Sukowa e al fatto che la sua monaca in odore di santità non è mai stata storicamente riconosciuta, possiamo anche accettare le immagini “sublimi” che la vedono inginocchiata a subire il divino tramite le sue visioni ed anche una narrazione alla vecchia maniera.

Forse la Von Trotta ha voluto dirci che il nostro futuro è come il nostro passato? Se così fosse, dobbiamo affermare come sia riuscita a sottolinearlo meglio nel suo cinema precedente.

 

©CultFrame 10/2009

 

 

TRAMA

Hildegard von Bingen è la decima figlia di una ricca e nobile famiglia tedesca.  Si accorge ben presto di avere una spiccata sensibilità visionaria, ma lo nasconde a tutti. Alla nascita è stata promessa a Dio e all’età di 8 anni viene consegnata ad un Monastero Benedettino. Diventata più tardi la badessa del convento, abile nella medicina, ha una sconvolgente apparizione che le ordina di rivelare messaggi divini di cui è a conoscenza. Nonostante lo scetticismo e il sospetto di eresia, il Papa la sostiene e le concede di pubblicare le sue visioni. La sua vita cambia, costruisce un suo convento e dà vita ad un rivoluzionario approccio umanista e femminista alla fede.

 

CREDITI

Titolo: Vision – Aus dem Leben der Hildegard von Bingen / Regia: Margarethe Von Trotta / Sceneggiatura: Margarethe Von Trotta / Fotografia: Alex Block / Montaggio: Corina Dietz / Scenografia: Margarethe Von Trotta / Musica: Christian Heyne / Interpreti: Barbara Sukowa, Heino Ferch, Hannah Herzsprung, Lena Stolze, Alexander Held / produzione:  Markus Zimmer, Christian Baute / Germania, Francia, 2009 / Durata: 110 minuti

 

LINK

Filmografia di Margarethe Von Trotta

Festival Internazionale del Film di Roma

 

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