Il cinema israeliano contemporaneo. Un libro a cura di Maurizio G. De Bonis, Ariel Schweitzer, Giovanni Spagnoletti

cinema_israeliano_contemporanoOrmai da circa dieci anni, il cinema israeliano è ospite fisso delle maggiori manifestazioni cinematografiche internazionali e riscuote sempre maggiore interesse anche in ambito critico. I festival di Cannes, Venezia e Berlino hanno più volte contribuito alla diffusione di questa piccola e prolifica cinematografia attribuendo premi importanti a opere come To Take a Wife di Shlomi e Ronit Elkabetz, Or di Keren Yedaya, Meduse di Etagr Keret e Shira Geffen, Free Zone di Amos Gitai, Beaufort di Joseph Cedar e Il giardino di limoni di Eran Riklis. Il film di Ari Folman intitolato Valzer con Bashir, ambiziosa prova espressiva a cavallo tra fiction, animazione e cinema documentaristico, ha inoltre avuto un grande consenso internazionale e una non prevedibile nomination all’Oscar. Nonostante questa visibilità, tutta interna al mondo del cinema, la produzione filmica israeliana stenta però a uscire fuori dai cliché e dai pregiudizi che l’opinione pubblica mondiale si è formata grazie all’azione non sempre limpida e oggettiva degli organi di informazione. Il cinema israeliano è, infatti, lo specchio della complessa cultura di un paese, certamente problematico sotto il profilo politico, ma assai vivace sotto il versante artistico e culturale. Al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori e dei cinefili, questa cinematografia viene ancora oggi vista solo come una eco di tragici avvenimenti che sconvolgono il Medio Oriente ma in verità comunica molto di più: una visone esistenziale alla ricerca della pace, una tensione verso una creatività mai allineata con il potere politico e mai subalterna ai codici comunicativi dei mass media.

In Italia, il cinema israeliano sta vivendo una sua espansione che se sul piano della distribuzione rimane ancora fenomeno di nicchia, non centrale dal punto di vista commerciale. Prova di questa attenzione è la recente retrospettiva che la 45a Mostra Internazionale del Cinema Nuovo di Pesaro gli ha dedicato. Una panoramica costituita da circa venti titoli, diversi dei quali totalmente inediti nel nostro paese, e un focus sulla videoarte, settore dell’arte contemporanea parecchio attivo e in grado di sfornare in continuazione nuovi talenti. La rassegna pesarese è stata curata dal critico cinematografico Maurizio G. De Bonis, dallo storico del cinema Ariel Scwheitzer e dal direttore artistico del festival, nonché docente di Storia del Cinema presso l’Università Tor Vergata di Roma, Giovanni Spagnoletti. I tre sono stati anche animatori di una tavola rotonda svoltasi alla presenza dei registi Danny Lerner, Michale Boganim, Rapahel Nadjari, Ran Slavin e Maya Zack e autori di un libro, edito da Marsilio, intitolato appunto Il cinema israeliano contemporaneo.

 

Questo testo, come nella tradizione della collaborazione tra la casa editrice Marsilio e il Pesaro Film Festival, rappresenta uno studio approfondito su una cinematografia “nuova ed emergente”. Quella israeliana può essere definita proprio così: emergente, specchio di una realtà in continua evoluzione che propone cineasti liberi e capaci di colpire con le loro opere l’immaginario collettivo internazionale. Il libro curato da De Bonis, Schweitzer e Spagnoletti è praticamente una novità assoluta per l’Italia, visto che l’attenzione dell’editoria cinematografica di casa nostra per Israele e i suoi registi può essere definita senza ombra di dubbio assai scarsa. Si tratta, dunque, di un testo importante per gli studiosi ma anche per quel pubblico curioso che non vuol fermarsi alle apparenze e alle notizie superficiali ma che intende invece affrontare tematiche altrimenti sconosciute.

Il libro è stato scritto grazie alla collaborazione di alcuni tra i maggiori critici e docenti israeliani di cinema e propone quattordici capitoli: dalla storia del cinema israeliano dalla fine dell’Ottocento al 2000 al cinema gay, dalle tendenze estetiche contemporanee agli interpreti noti e meno noti, dal tema della guerra alle questioni produttive, fino alla videoarte e al cinema di animazione. In coda al testo un utile Dizionario presenta le biografie critiche e le filmografie di oltre trenta registi, tra i quali i tre “dissidenti” Avi Mograbi, Eyal Sivan e Amos Gitai, nonché quelle di autori di grande interesse come Dover Kosashvili, Keren Yedaya, Ari Folman, Jospeh Pitchadze, Eran Kolirin, Joseph Cedar e Shlomi e Ronit Elkabetz. Il libro si conclude con una bibliografia molto articolata nella quale sono inseriti testi e volumi pubblicati sull’argomento in lingua italiana, ebraica, inglese, francese, e perfino tedesca, spagnola e portoghese.

 

©CultFrame 07/2009

 

 

CREDITI

Titolo: Il cinema israeliano contemporaneo / A cura di Maurizio G. De Bonis, Ariel Schweitzer, Giovanni Spagnoletti / Casa editrice: Marsilio, 2009 / 269 pagine / 22,00 euro / ISBN: 978-88-317-9778-8

 

LINK

CULTFRAME. 45a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema. Pesaro Film Fest. Il programma

Il sito della Mostra Internazionale del Cinema Nuovo di Pesaro

Marsilio editori

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