Ponyo sulla scogliera. Un film di Hayao Miyazaki

Lo abbiamo visto all’ultimo Festival di Venezia e si vociferava che avrebbe potuto vincere il Leone d’oro, questo nuovo film di Hayao Miyazaki. E sarebbe stata una sorpresa straordinaria, se la giuria avesse avuto il coraggio di premiare una pellicola controcorrente che non sfigura nella filmografia del grande regista giapponese, il quale ha deciso, con Ponyo sulla scogliera, di fare un omaggio al cinema d’animazione più elementare: quel tipo di cinema da cui è nato il mondo espressivo dello stesso autore. In altre parole, fare un cinema come si faceva una volta: da Heidi a Lupin III e da Anna ai capelli rossi fino a Conan.
Il rapporto che lega Ponyo sulla scogliera all’animazione giapponese degli anni ’70 è lo stesso che lega Le due sorelle di De Palma a Psyco di Hitchock. Insomma, si tratta della voglia di guardare verso il suo passato. Ma, in verità, il modello utilizzato per il personaggio del piccolo Sosuke è Goro Miyazaki, figlio di Hayao e regista de I racconti di Terramare; e per lo più a differenza dagli ultimi lungometraggi della casa fondata da Miyazaki & Takahata è rintracciabile nel fatto che in Ponyo non sono utilizzate tecniche di grafica computerizzata. Il film è disegnato a mano, utilizzando una tecnica di colorazione che ricorda l’acquerello. Il tratto cerca di riprodurre l’effetto dei disegni a matita. L’obiettivo qualitativo che si sono posti gli autori riguarda i capolavori dell’impressionismo europeo e anche il tentativo di sposare il mondo del fantastico occidentale, a cominciare da “La Sirenetta” di H. C. Andersen (e non Disney), a quello giapponese del “divino”.


Ponyo sulla scogliera è una favola sulla potenza dei rapporti umani, sull’amore, sul rapporto tra anziani e giovani, sul confronto e il rispetto degli altri. Tutti valori universali ma che nel caso di questo nuovo lungometraggio devono assolutamente essere capiti dai bambini. Così, mescolando la propria identità espressiva con le culture altrui, Miyazaki confeziona un film deliziosamente infantile che ha il dono di essere comprensibile, senza per questo smettere di comunicare attraverso il proprio mondo poetico.


© CultFrame 03/2009

 

 

TRAMA

Un villaggio in riva al mare. Sosuke, un bimbo di cinque anni, vive in cima a una scogliera affacciata su Inland Sea. Una mattina, giocando sulla spiaggia rocciosa sotto casa, trova una pesciolina rossa con la testa incastrata in un barattolo di marmellata. Sosuke la salva e la mette in un secchio di plastica verde. Ponyo è affascinata da Sosuke e il bimbo prova lo stesso verso la pesciolina. Le dice: “Non preoccuparti, ti proteggerò e mi prenderò cura di te”. Ma il padre di Ponyo, Fujimoto – una volta umano e ora stregone che abita i fondali marini – la obbliga a tornare con lui nelle profondità dell’oceano. “Voglio essere umana!” esclama Ponyo e, determinata a diventare una bimba per tornare da Sosuke, tenta la fuga.

 

CREDITI

Titolo: Ponyo sulla scogliera / Regia: Hayao Miyazaki / Sceneggiatura: Hayao Miyazaki / Montaggio: Hayao Miyazaki, Takeshi Seyama / Musiche: Joe Hisahishi / Art Director: Noboru Yoshida / Produzione: Toshio Suzuki / Distribuzione: Lucky Red / Paese: Giappone, 2008 / Durata: 100 minuti

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La filmografia di Hayao Miyazaki

 

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