Quel che resta di mio marito. Un film di Christopher N. Rowley

christopher_rowley-quel_che_resta_di_mio_maritoChe fine hanno fatto le vecchie commedie umane piene di vetriolo che Hollywood sfornava negli anni ’40 e ’50? Che fine hanno fatto i film al femminile in cui i personaggi forti erano le donne e gli uomini diventavano zimbelli di attrici come Bette Davis, Joan Crawford, Norma Shearer e June Allyson? E infine che cosa sono diventati i road movie tipo Due per la strada, L’ultima corvée o Qualcosa di travolgente (ma anche Thelma e Louise), pieni di osservazioni psicologiche acutissime e di riferimenti kerouachiani? Un film, gentile ed ironico, come Quel che resta di mio marito, ci conferma che sono vivi e vegeti. E pagato ben presto il debito al film di Ridley Scott, citato all’inizio del viaggio, il film mescola con grande abilità le sue carte e finisce per sorprenderci.

Da sempre il cinema on the road racconta storie di crescita, scoperta e emancipazione, e anche questo caso non fa eccezione. Ma ciò che avrebbe potuto diventare patetico e imbarazzante per attrici e attori che fanno il verso a loro stessi, e nel caso delle tre interpreti principali non sarebbe difficile dato il loro curriculum, nella trama che il regista Christopher N. Rowley e Daniel Davis hanno creato partendo dalla vera storia della nonna del primo, il tutto rimane vero, onesto e schietto, dando ai suoi eroi l’occasione di diventare figure archetipiche della vita moderna.


Si parla cosi di morte, dolore, perdita, ma anche di nuovi inizi. Si parla di amori maturi affrontati con la spensierata consapevolezza di chi ha molto vissuto e sofferto, si parla della necessità di seguire la strada del cuore senza diventare mai zuccheroso ed infine dell’amicizia tra donne, ed anche dei veri valori della vita. E tutto questo senza strafare. Se questo non è grande cinema. Quello che colpisce in Quel che resta di mio marito (titolo italiano piuttosto insulso) è la sua brillante sceneggiatura che evita ogni patetismo e banalità senza mai diventare urlata e psicologicamente inattendibile. E poi il fatto che è un film contro: non tanto nelle sue microstorie viste spesso nel cinema quanto nella forma. La pellicola di Rowely rifiuta qualsiasi gesto estremo e qualsiasi struttura furbescamente ellittica comune a tanto cinema americano recente a favore di una verità cinematografica più reale della vita stessa.


©CultFrame 10/2008

 

TRAMA

Arvilla Holden recluta le sue due amiche del cuore per un viaggio attraverso l’America dei grandi spazi aperti. La destinazione è Los Angeles, la macchina è una Bonneville decappottabile del ’66, la missione è quella di portare le ceneri del marito di Arvilla all’odiosa figlia di primo letto, Francine. Il tragitto, però, si trasforma presto in un’occasione per stare insieme, tra risate, confidenze, litigi e incontri avventurosi.

 

CREDITI

Film: Quel che resta di mio marito / Titolo originale: Bonneville / Regia: Christofer N. Rowley / Sceneggiatura: Daniel D. Davis / Montaggio: Lisa Fruchtman, Anita Brandt Burgyne / Fotografia: Jeffrey L. Kimball / Scenografia: Christofer R. De Muri / Musica: Jeff Cardoni / Interpreti: Jessica Lange, Kathy Bates, Joan Allen, Tom Skerritt, Christine Baranski, Victor Rasuk, Tom Wopat / Produzione: SenArt Films / Distribuzione: Teodora Film / Paese: USA, 2008 / 93 minuti

 

LINK

Sito ufficiale del film Quel che resta di mio marito (Bonneville)

Filmografia Christofer N. Rowley

Teodora Film

 

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