Chronicle private stories. Mostra di Robert Gligorov

robert_gligorov1Recentemente è stato inaugurato a Modena un nuovo spazio espositivo denominato Betta Frigieri Arte Contemporanea. La nuova galleria è gestita dall’associazione Culturale Betta Frigieri, che da diverso tempo era attiva a Sassuolo, dove aveva proposto mostre interessanti, molte delle quali dedicate al linguaggio fotografico; infatti, fra le esposizioni più rilevanti si possono citare la personale di Olivo Barbieri su New York e la collettiva denominata Cruel Photography con lavori di Andres Serrano, Nan Goldin, Ed Templeton e molti altri. Ora, in occasione del trasferimento a Modena, la galleria propone la mostra Chronicle private stories curata dal critico d’arte Luca Panaro e che consiste nella presentazione di un’installazione creata appositamente per lo spazio modenese da Robert Gligorov. L’artista macedone (Kriva Palanca, 1960), che oggi vive e lavora a Milano ma che ha esposto in varie città del mondo (Amsterdam, Melbourne, Milano, Los Angeles, Berlino, Madrid, …), sin dall’inizio della sua carriera nel 1996 ha esplorato varie modalità espressive – dal fumetto all’illustrazione, dalla recitazione alla musica, dalla fotografia alla scultura – proponendo però sempre opere provocanti con lo scopo di richiamare l’attenzione di un pubblico assuefatto a forme di comunicazione divenuta sempre più estrema.


Per lo spazio modenese Gligorov ha pensato, così, di creare un’installazione nella quale miscelare elementi tratti dalla sua vita privata con altri invece di patrimonio della collettività. Infatti, sulle pareti della galleria ha allestito quindici piccoli monitor (affiancati gli uni agli altri e posti alla medesima altezza) che proiettano contemporaneamente degli slide show. Le immagini che scorrono sugli schermi sono più di un migliaio e sono raggruppate per gruppi tematici: in Chronicle private stories sono presentate immagini tratte dal suo album di famiglia; nella sezione In the name of science si possono vedere fotografie scioccanti che documentano esperimenti sugli animali e che sono state gentilmente concesse dall’associazione OIPA di Milano; in 13-4-2008 Milan l’artista propone la documentazione di una sua giornata in città; in The sense of beauty from the left side vengono proposte foto che permettono di riflettere sulla bellezza e sul senso di fare arte. Il tema che emerge con più forza è quello del rispetto del mondo animale: già in passato Gligorov aveva ibridato il suo corpo con elementi presi da quel mondo per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica a non uccidere gli animali o a non usarli per esperimenti scientifici fino ad arrivare appunto a immedesimarsi in loro.


robert_gligorov2La particolarità dell’installazione creata dall’artista macedone è che alcune foto si ripetono nei vari slide show, rendendo evidenti i legami che uniscono le quindici proiezioni. E difatti Gligorov, pur riconoscendo che un’immagine singola possa dare molto, dichiara di trovarsi più a suo agio con la sequenza anche caotica di fotografie che nei primi secondi di visione colpisce l’osservatore, poi con l’assuefazione tende a miscelarsi in un’opera unica e a diventare un’altra cosa, fornendo nuovi stimoli. E questa sua passione per la sequenza giustifica anche il fatto che Gligorov utilizzi principalmente immagini non scattate da lui stesso, ma da amici o familiari (per quel che riguarda le proiezioni legate alla sua vita privata) o reperite su quotidiani o riviste patinate (per quel che riguarda le altre proiezioni). Egli spiega di attingere dal mondo circostante, perché se certe immagini l’hanno attratto significa che comunicano qualcosa di lui, del suo gusto, del suo pensiero. «Come un regista – dichiara – muovo i fotogrammi per realizzare un montaggio inedito e quindi finalizzo l’idea alla mia sensibilità. Non è una regola ma solo una possibilità». E un ulteriore omaggio al cinema viene reso nell’installazione che affianca quella principale: si tratta di una sorta di mosaico o, meglio, di una composizione arciboldesca in cui il dorso di dvd, selezionati dalla sua videoteca personale, vengono composti in modo da formare la scritta HELP, lasciando intendere che il cinema è visto come una possibilità di fuga.


L’obiettivo di Gligorov è che i suoi lavori diventino spunto di dibattito, perciò considera come punto d’arrivo l’assistere all’impatto delle sue opere sugli osservatori, il sentirne i commenti e le interpretazioni. «Non m’interessa – dichiara – l’arte commerciale fatta solo per abbellire una parete, non l’arte furba realizzata per sedurre i poteri forti. Mi interessa un’arte che abbia un significato effettivo, che stimoli nell’osservatore la partecipazione all’evento». Un’arte, forse, che aiuti a vedere meglio certi aspetti della realtà, come sembra ricordare il dittico fotografico Focus/Unfocus usato come immagine simbolo della mostra. Il dittico è composto da due autoritratti dell’artista, ripreso a mezzo busto: nel primo, appare sfocato mentre regge gli occhiali con le due mani tenendole lontane dal corpo; nel secondo, appare a fuoco mentre con le due mani regge un paio di occhiali da vista che questa volta ha indossato. Proviamo a mettere a fuoco le cose: ecco il monito di Gligorov per tutti noi.


©CultFrame 06/2008

 

IMMAGINI

1 Robert Gligorov. Chronicle Private Stories. Installazione

2 Robert Gligorov. Da Chronicle Private Stories, 2008

 

INFORMAZIONI

Robert Gligorov – Chronicle private stories

Dal 10 maggio al 28 giugno 2008

Betta Frigieri Arte Contemporanea / Via Giovanni Muzzioli 8, Modena / Telefono: 3393766367

Mercoledì – venerdì 16.00 – 19.00 / sabato 11.00 – 19.00

Ingresso libero

Cura: Luca Panaro

 

LINK

Betta Frigieri Arte Contemporanea, Modena

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