My Sweet Hell. Videoclip dei Grey

grey-my_sweet_hell3Le prime immagini di My Sweet Hell, dei Grey, ricordano in maniera netta uno dei capolavori della storia del videoclip: Come to Daddy (Aphex Twin). In quell’opera il grande regista Chris Cunningham ha collocato la vicenda in una periferia urbana desolata ed agghiacciante, caratterizzata da palazzoni squallidi e popolata da bambini mostruosi ed esseri inquietanti.

Stessa atmosfera, dunque, in apertura di My Sweet Hell. Eppure, dopo pochi secondi questo video prende una sua identità specifica, esteticamente e stilisticamente autonoma. Infatti, mentre Cunningham si concentra sulla raffigurazione di un mondo visionario e delirante, nella vera e propria composizione di un incubo, Andrea Princivalli e Francesca Tosetto, gli autori di My Sweet Hell, percorrono una strada completamente diversa e costruiscono un testo visivo nel quale ogni frammento riporta il racconto ad una dimensione psicologica e interiore.


grey-my_sweet_hell2Una figura umana è situata in un contesto di decadenza urbana. Tutto è contraddistinto da un clima di disperazione e di isolamento evidente. Il video comunica una sensazione di sofferenza ma sembra anche essere un’acuta riflessione sulla condizione dell’individuo in una società che amplifica a dismisura la solitudine, costringendo gli esseri umani a sopravvivere in un panorama affliggente e triste. Cieli lividi e gonfi, blu e rossi, passano velocemente sulla realtà, facendo tornare in mente alcune installazioni del duo torinese Botto & Bruno. Proprio quest’ultimo elemento conferma come Princivalli e Tosetto, pur avendo una loro poetica, abbiano metabolizzato (consapevolmente o no, questo non ha importanza) alcune delle più significative tendenze delle arti visuali contemporanee, a dimostrazione di una questione rilevante: il formato breve del videoclip possiede tutte le caratteristiche del prodotto artistico, anzi rappresenta il territorio ideale per l’effettuazione di una sintesi estetico-linguistica, quasi impossibile da raggiungere in altre forme di comunicazione visiva.


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Oltretutto, le questioni tecniche che sono nascoste dietro l’esecuzione del clip dimostrano come i due autori abbiano coniugato in maniera esemplare creatività, capacità di elaborazione artigianale (nel senso più alto del termine) e attenzione per le tecnologie contemporanee.

Due mesi di intenso lavoro, con un budget molto ridotto. Uso di fotografie organizzate in sequenze animate, successivamente fotocopiate su acetato in bianco e nero, graffiate con un ago e quindi scansionate e ricomposte in un sofisticato percorso narrativo e figurativo. Quindi, si è passati alla strutturazione vera e propria delle animazioni e a diverse sovrapposizioni delle tracce video.
In sostanza, un procedimento molto complesso e articolato che però non ha generato solo un video coinvolgente sotto il profilo estetico ma ha originato anche un raffinato intreccio espressivo che ha dato esiti notevoli, in perfetta sintonia con il clima lirico del brano composto dai Grey.

Ricordiamo, infine, che Andrea Princivalli e Francesca Tosetto sono i creatori e gli animatori di Manolibera, Studio specializzato nella realizzazione video e corti d’animazione e spot.


©CultFrame 03/2005

CREDITI

Brano: My Sweet Hell / Interprete: Grey / Album: Sulphur / Etichetta: Artes Records, 2004 / Regia: Andrea Princivalli, Francesca Tosetto / Produzione: Artes Records, StudioManolibera

LINK

Grey – Il sito

StudioManoLibera

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