Considerando che il genere è morto e sepolto da tempo, vedere un bel western, oggi, è una rarità; se però dietro la macchina da presa c’è un personaggio come Kevin Costner siamo certi di non correre rischi e di assistere ad un prodotto maturo ed onesto, nel solco della grande tradizione americana. Perché per Costner il western è il genere. Non il canovaccio per un’avventura estetica marginale e snob, ma la traccia sicura con cui rileggere l’America e il suo cinema. Rispetto a Balla coi lupi e a L’uomo del giorno dopo, però, Open Range segna uno scarto e se vogliamo una chiusura che è anche di paesaggio. In questo scontro tra piccoli allevatori e rancheros senza scrupoli, le “praterie sconfinate” del titolo originale si vedono solo all’inizio, ma si fanno ben presto da parte per lasciare il posto ad un’ambientazione urbana cupa e funerea, da fine di un’epoca. Ed è proprio qui che sta la differenza con i lavori precedenti: l’afflato fordiano che aveva segnato Costner soprattutto ne L’uomo del giorno dopo lascia il posto alla poetica manniana dell’individuo che combatte per il suo. Il modello di riferimento sembra essere Terra lontana (1955), ma il discorso si potrebbe estendere a tutti i film che Mann girò con James Stewart nella prima metà degli anni ’50. Storie di uomini dal passato poco chiaro, desiderosi di rifarsi una vita. Non c’è il mito fondativo di una comunità agli albori, tutto è già stato fatto, restano solo pioggia e terra. Il diluvio che taglia in due il film è infatti uno dei protagonisti di Open Range, la sua forza trascina al suolo le vicende degli uomini, impastandole nel fango. Tutto è a livello “terreno” e Costner affronta questa materia con uno stile maturo ma classico fino a un certo punto (si pensi ad esempio alla lunga sequenza della sparatoria e a quella dell’incubo notturno).
L’edizione in due dvd distribuita dalla Medusa è di quelle che si fanno apprezzare. Non solo per la qualità del film – altissima – ma anche per il ricco corredo di extra che il secondo disco propone. Se nel primo supporto, oltre al film, troviamo il commento del regista (anche sottotitolato), sul secondo un interessante “dietro le quinte” racconta in più di un’ora il progetto Open Range, dalla scelta delle location (in Alberta) al casting, dalle difficoltà produttive agli incidenti di percorso, al lavoro delle maestranze. Scopriamo così che il cinema di Costner è un continuo mettersi in gioco, produttivamente e fisicamente, ai limiti della resistenza – Costner è andato avanti per tutta la lavorazione con un’appendice infiammata per poi crollare a fine riprese. A questo si aggiungono diverse scene escluse dal montaggio finale, commentate dal regista, costretto il più delle volte a rinunciarvi per esigenze di ritmo narrativo ma capace anche di riconoscere i propri errori (ad esempio nella scena dell’uccisione del barista). Non basta, troviamo pure “L’America all’epoca di Open Range”, che con immagini dell’epoca fa rivivere personaggi di frontiera – compreso il futuro presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt ai tempi del suo “soggiorno” in Dakota – e uno special sugli storyboards del film, dove l’autore David Negron jr. racconta la sua collaborazione con Costner e spiega come sia stata la topografia del duello finale a dare forma alla costruzione della città e non viceversa. Superfluo invece il video “Broken Wagon”. Da segnalare infine che Open Range è il primo film in Italia ad uscire anche nella versione (dal prezzo più salato) in “alta definizione” per lettori Windows Media Video HD.
©CultFrame 10/2004
CREDITI
Titolo originale: Open Range (2dvd) / Regia: Kevin Costner / Sceneggiatura: Craig Storper / Interpreti: Robert Duvall, Kevin Costner, Annette Bening, Michael Gambon, Michael Jeter / Fotografia: James Muro / Origine: Usa, 2003 / Durata: 139 minuti / Lingue: Italiano, Inglese / Formato video: 2.35:1 / Formato audio: Inglese 5.1, Italiano 5.1 / Distribuzione: Medusa
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